San Sosti tra orgoglio ed affetto

Di Raffaele Rosignuolo

La frenesia della vita odierna, frutto di abominevole egoismo e cieco edonismo, non lascia spazio alla serena ricerca di quei valori per i quali vale la pena vivere e forse anche morire.
Stiamo vivendo tempi duri. Oggi chi parla più di amicizia, di famiglia, di cultura? Dove è finito il sentimento di appartenenza ad un territorio da cui nascono idee, progetti, affetti, desideri condivisi? Dove il senso di solidarietà che nei quotidiani affanni, ci fa sentire parte di un tutto, pronto a presidiarci da ogni avversità? Siamo sbandati; ci sentiamo soli; storditi da un apparente benessere  che vorrebbe vanamente risollevarci dalla fredda solitudine in cui ciascuno, nessuno escluso, consuma stancamente i propri giorni. Il ricorso di un numero paurosamente crescente di giovani a sostanze stupefacenti che ne annullano la personalità, i frequenti casi di suicidio e di omicidio in ambienti che, all’esterno, non hanno mai lasciato trapelare alcun segno di disagio, sono la ovvia  conseguenza, quasi di stampo lapalissiano, di un invivibile vuoto di valori.
E’ qui che subentra il cruciale quesito: la desolante visione di una società smarrita e travagliata va  accettata con inerte fatalismo o con la ferma convinzione di poterla cambiare? Quale strada scegliere? Quella del rassegnato pessimismo o quella della speranza? Ebbene, sono convinto che bisogna intraprendere la seconda strada e caparbiamente percorrerla per recuperare i sentimenti smarriti ed accedere ad un vivere migliore.
Per quanto mi riguarda io ho già cominciato: il Sito che ho creato, lo dico senza tentativi di  auto-celebrazione, è frutto dell’attaccamento alla mia terra ed alla sua gente con la quale condivido tutto, nella consapevolezza, pienamente vissuta, delle comuni radici, della comune storia, dei comuni affetti. In questa ricerca di identità e di valori ho avuto la ventura di venire a conoscenza di un figlio della nostra terra, tale Mario Carbone di cui nessuno di noi, prima d’ora, ha parlato. Eppure si tratta di un concittadino illustre che nel campo della sua attività di documentarista ha conseguito ambiti traguardi. Non mi dilungo sulla vita di questo uomo di cui, nel suo articolo, parla con dovizia di particolari il prof Francesco Capalbo, ma in linea con l’affetto che mi unisce alla mia terra, voglio proporre alla Amministrazione Comunale, sicuro di interpretare il sentimento della maggior parte dei sansostesi, l’iniziativa di conferire la cittadinanza onoraria al nostro conterraneo e di allestire una mostra delle sue interessanti opere. Accogliere questo invito, non vuol dire soltanto ricomporre un cordone ombelicale usurato dal tempo, ma qualcosa di più: significa costruire una scala di valori i cui pioli sono costituiti dal gusto dell’amicizia, dalla gioia dell’identità, dall’orgoglio dell’appartenenza.

Raffaele Rosignuolo

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