Di Tommaso Malfona
Pubblichiamo l’intervento dell’Ing. T. Malfona alla comunità del Parco Nazionale del Pollino nella seduta del 29/07/09 presso il palazzo Gallo di Castrovillari dove ha partecipato insieme al Sindaco M. Sirimarco e al Consigliere M. Iannello.
Vedete, una “cerniera” è un dispositivo di collegamento tra due elementi importanti di un congegno, tale da consentire l’articolazione con la trasmissione delle potenzialità tra le parti.
Essa è una giunzione, un cardine, uno snodo.
Ma una cerniera è pure un sostegno, una unione.
Ecco questa è San Sosti nel Parco Nazionale del Pollino.
Una “cerniera” importante tra il Parco e la Valle dell’Esaro…
Valle dell’Esaro che oltre a contenere anche Sant’Agata, Mottafollone e San Donato già inseriti nel Parco, arriva fino a Roggiano Gravina e San Marco Argentano.
Ebbene questa Valle che risulta trascurata e fuori da tutti i circuiti potrebbe essere riannodata mediante il Parco del Pollino e rilanciata a livello regionale includendo pure Altomonte.
Vedete il Parco Nazionale del Pollino non è solamente un’oasi protetta ma può diventare “volano” di sviluppo per tutta quella costellazione di comunità che vi orbitano intorno.
Il Parco Nazionale del Pollino non è solo Castrovillari, che resta pur sempre il cuore del Parco del Versante Calabrese.
Esso si compone di tante piccole ma importanti realtà.
San Sosti è una di queste, ha la Gola del Fiume Rosa che raggiunge il Varco del Palombaro (e non sto qui a soffermarmi sulla importanza strategica e storica del “Varco del Palombaro” sulla via istmica che congiunge lo Ionio al Tirreno … la via più breve … il passaggio della via del sale … la fenditura più importante dal punto di vista geologico dell’intero Parco del Pollino … Con la Serra dell’Angioletto dove si possono leggere le corrugazioni sulla roccia viva dovute a milioni di terremoti).
Dicevo, San Sosti è il monte Mula, la Muletta, la Montea.
La “Gola del Rosa” è serrata (a mo di sentinelle) da due fortificazioni medievali: il Castello della Rocca e Artemisia che danno valore storico al Parco, un valore intrinseco fatto di valore ambientale e archeologico.
E, infine, c’è il Santuario della Madonna del Pettoruto, centro di raccolta spirituale e religiosa. Centro fra i più importanti che il Parco possiede … Con circa 500 mila presenze l’anno che, con il loro pellegrinaggio alla Madonna, sponsorizzano e danno importanza strategica al Parco.
E il Pettoruto e San Sosti sono naturalmente vocati a divenire PORTA SUD del Parco, sia per il ruolo di cerniera con la Valle dell’Esaro sia per la presenza del Santuario, che è anche Basilica Regionale riconosciuta che travalica anche i confini del Parco stesso.
Ritengo che il Piano del Parco potrà assumere l’importanza che merita se contemplerà questa importante determinazione: PORTA SUD DEL PARCO, e della cui istituzione avrei voluto che le Amministrazioni che si sono succedute a San Sosti dal 2001 ne avessero condotto una campagna di sensibilizzazione e condivisione, ciò che non è stato.
Dicevo Porta Sud perché San Sosti era già porta di quel passaggio istmico di cui parlavo prima …
E Porta perché il Santuario Mariano del Pettoruto, già gemellato con Fatima, dà lustro al Parco Nazionale del Pollino e alla sua politica.
Guardatelo questo concetto in prospettiva … Proiettate il Parco nel futuro … Date una prospettiva alla Valle dell’Esaro che in futuro ve ne darà merito … Premierà la vostra intelligenza, la vostra determinazione politica e la vostra lungimiranza.
Faccio un appello personale al Presidente dell’Ente On. Pappaterra e al Presidente della Comunità del Parco Berardone che nell’approvare il Piano lo facciano con la postilla o l’aggiunta della PORTA SUD a San Sosti.
Non chiudetevi a riccio su voi stessi, abbiate la bontà di proiettarvi e fornirete così uno strumento pulsante, coerente e condiviso.
Un Piano del Parco che così si potrà chiamare ad alta voce.
Tommaso Malfona