La misteriosa città di Temesa, dell’Odissea di Omero, si trova nei casilini di San Sosti? C’è chi sostiene la tesi della Prof. Paola Zancani Montuoro!

Di Vincenzo De Luca

Io ci credo non come appassionato ma per  rispetto alle tradizioni e alla cultura e ai reperti archeologici rinvenuti  a San Sosti. In  L. QUILICI – I CASALINI di  SAN SOSTI -, anno 1969 … area di frammenti fittili (terracotta) dappertutto ..le mura  si distinguono in tre diverse tecniche … la chiesetta  e nella muratura di essa si riscontrano ,sia pur eccezionalmente , spezzoncini  di terracotta  rossastra…. le mura di fortificazione..quelle verso sud, sono a secco con spessore di 70cm (fatto questo che potrebbe far pensare ad una fortificazione più antica)… nella conca orientale ho rinvenuto un grosso frammento di una statua romana … la ceramica appare estremamente sminuzzata ..quella lavorata al tornio con color rame acceso..quella  non lavorata al tornio color rame spento..la chiesetta  da riferire alla prima metà dell’XI secolo. A parte questi monumenti così recenti, i Casalini testimoniano in base ai resti ceramici che qui abbiamo riscontrato, una occupazione stabile ben più antica, risalente con sicurezza almeno alla prima età del ferro: perché, se certo buona parte della ceramica grezza è da riferire all’età alto medioevale, tuttavia tanta di essa, ed in speciale  modo quella non lavorata al tornio, non può essere riferita  che a quel tempo più antico. I luoghi scelti dagli antichi greci  sono le cime dei monti (MILORA), una sorgente d’acqua (pianoro del Santuario), fiume di montagna ( ROSA) fiume profumato, poi protettore della pratica del ROSA- RIO), gli antri, le cavità ovunque la natura destasse un più profondo o pauroso senso di riverenza, gli antichi GRECI sentirono e adorarono la presenza del NUME. Installarono il loro tempio, anche su preesistenti costruzioni in pietra o legno, presenze di antiche popolazioni.

Lo scavo vicino a Francavilla Marittima ha permesso di formulare la grande abbondanza di materiale di bronzo, ad esaminare gli antichi testi nei confronti dell’ubicazione di Temesa, memorizzata da Omero nell’Odissea come luogo in cui il rame è stato prodotto ed esportato. Confidando nella veridicità di Strabone, che aveva già portato alla sua fantastica scoperta di HERAION del SELE, nonché nei documenti medioevali, ha cercato di circoscrivere l’ubicazione di TEMESA in una zona vicino a SIBARI, SULLA SCOGLIERA CHE DOMINA IL TIRRENO. (Licia Vlad Borrelli).  Per segnalare la frequentazione del nostro istmico, Diodoro  Siculo, nel nominare la lega italiota (390 a.c.) per difendere le città  della Magna Grecia dai Lucani, parla dell’assedio di Lao e della sconfitta con la perdita 1400 uomini.  Il territorio sibarita: Scidro, Lao, Temesa, Clampezia, Pandosia, Pissunte, Sirino. E’ certo, in ogni modo, che il dominio di Sibari raggiunse il versante tirrenico; e così, da un mare all’altro, attraverso le giogaie della catena costiera della Calabria, potè fiorire un’attività di trasporto di me rci che accrebbe ancora la prosperità della città. E’ da credere che già nel secolo VII Sibari possedesse questi sblocchi sul versante tirreno, se è vero che agli inizi del VI, quando il sibarita Smindiride aspirava della figlia di Clistene,tiranno di Sicione ,la città era già all’apogeo della sua potenza: così almeno racconta Erodoto. I due sbocchi principali furono le cittadine di Lao e di Scidro, dove (sempre secondo Erodoto) si ritirarono i Sibariti che sopravvissero alla catastrofe del 511-510.

A nostro avviso, può anche darsi che Scidro vada ricercata all’estremità di una di quelle vie ”istmiche” che univano i due mari: cioè nella zona di Belvedere Marittimo, se si pensa alla via che seguiva la valle dell’Esaro.(JEAN BERARD,  nota 36 al capitolo quarto. L’esistenza di una strada frequentata dai Sibariti in questa regione, sarebbe confermata dalla scoperta di un’iscrizione arcaica a Sant’Agata di Esaro- I.G.,XIV,643=I.G.A.,543-)..Cfr. DUNBANBIN, pg.204.    Più a nord-ovest su un acrocoro, che sovrasta la zona sottostante a completo dominio della via istmica collegante la costa tirrenica con l’interno, è posta la località CASALINI del comune di San Sosti, in prossimità dell’attuale Santuario Cristiano della Madonna del Pettoruto, dove sono visibili i resti di una cittadella fortificata di epoca Bizantina. Scavi compiuti alla fine degli anni 1960, hanno consentito l’evidenziazione di una frequentazione abbastanza assidua della località anche in età del bronzo, suffragata da ulteriori dati relativi alla campagna scavi, autorizzati dalla Soprintendenza locale,dal novembre 1992 al sett embre 1993. Al 1846 risale invece, il ritrovamento fortuito di un’ascia votiva in bronzo con iscrizione dedicatoria di un certo KYMISKOS ad HERA en PEDIO, come decima dei suoi guadagni secondo la formula assai comune nelle iscrizioni votive arcaiche “dell’oggetto parlante”. Da I SANTUARI RURALI NELLA CALABRIA GRECA. Pagina 48, di GUGLIELMO GENOVESE.  Dagli studi effettuati dal Prof. D. Marino e F.C. Papparella, in “Ricerche archeologiche su Pollino Sud-Occidentale. Prime considerazioni sulle campagne di scavo 2004 nella chiesa del Carmine e nel Castello della Rocca di San Sosti” ha testimonianze protostoriche fino all’età medievale. Il testo integrale si può trovare sul sito internet http://www.fastionline.org.  Mi sembra ottimo testo quello di Mario Sirimarco e di Pierino Calonico, pubblicato nel 1995 “La misteriosa città di Kyniskos”, con prefazione di Mons. Carmelo Perrone. A pagina 31, “sappiamo che ad abitare l’appennino calabrese furono popoli archaici come gli  Etoli, Choni, Chaones, gli Ausoni, gli Enotri, gli Itali …” “ gli studi sulle religioni e sui culti protostorici della Calabria evidenziano la costante presenza di una divinità femminile… venerata nella zona (Orazio Campagna) ..che successivamente dai monaci  basiliani  fu attribuita alla Madonna.” “monete romane di bronzo, una di età repubblicana in cui era possibile leggere <M. Fannio figlio di Caio>, databile tra i l 137 e 134 a.c., e l’altra di Antonino Pio” pagina 75. Certo, devo dedurre che se mancando le ceramiche a figure rosse (Atene 530 a.c.), le quali avevano sostituito quelle a figure nere (che sviluppo la prospettiva), in un territorio, quel territorio non poteva avere presenze greche????. Sibari stessa  fra le colonie achee è la prima a nascere e la prima a scomparire 709- 510 a.c. , le poche ed avare  notizie tramandate da Strabone( VI ,263) sul nome dell’ecista, Elice in Acaia, parlano che Sibari sottomesse ben quattro popoli e venticinque loro città, che vi fosse un traffico istmico verso le colonie del tirreno Lao, Pissunte, Elea,  Posidonia, perché lo stretto di Messina (Zancle) era sotto il dominio dei “pirata” Calcidesi, che Mileto per commerciare faceva scortare le carovane (muli e asini) nelle vie istmiche (in speciale modo la via più breve che era quella nella gola del fiume rosa) dalla famosa cavalleria Sibarita.  La tradizione storica si distingue bene da quella mitica, ma quanti miti nella nostre zone sono diventate storia ,basta l’esempio della nostra Madonna del Pettoruto. La credenza o il dogma ha come riferimento solo lo STATO (religione pubblica), gli dei avevano sembianze umane, affetti, passioni umane, la differenza è nell’immortalità e nel soprannaturale. Le avventure le relazioni le opere ,costituiscono la mitologia. HERA sorella e moglie di ZEUS è la suprema divinità femminile del cielo, protettrice del vincolo coniugale, datrice di fecondità , le fu sacro il melograno e il pavone. Gli antichi GRECI che si insediarono in questa zona, più di tutto temevano MO IRA (poi il FATO), suprema ed inviolabile destino che governa il mondo. Esso (il fato) si poteva favorire attraverso la dea HERA, mediante i sacrifici (IERON)sull’ ARA (a cielo aperto); si spargevano fiumi di incenso davanti l’altare di HERA,impugnando l’ascia di KYNISKOS, che rappresentava il culto pubblico; la vittima in generale animale, sacro,veniva preparata con ornamenti di bende, fiori; la consacrazione consisteva nell’aspergere sulla testa una mistura di orzo e sale, una parte della vittima spettava al sacerdote, il resto alla comunità o alla famiglia offerente. L’offerta di sacrificio potevano anche essere, primizie della terra, focacce di farina, oggetti preziosi. Frequentissimo erano le offerte di vasi, scudi, armi e perfino chiome giovanili. Se la vittima era consumata completamente, nel caso degli animali, il sacrificio era di purificazione o espiazione (OLOKAUTOS); vi furono anche sacrifici umani. Veniva invocato lo spirito delle acque che arriva nelle profondità della terra, abbandonando alle acque “le trecce” delle fanciulle (donazione religiosa); veniva invocata la fertilità, donando la verginità a KYNISKOS (come EUTHYMOS che ricevette il culto quando era ancora vivo per aver vinto delle gare all’olimpiade) nella stanza dell’offerta alla FERTILITA’ ; veniva offerta un pezzo della CINTA, cintura verginale di lana bianca portata dalle spose e sciolta dalla sposo (per essere favorita dal destino). Ai luoghi sacri e agli altari non chiunque si poteva avvicinare e sacrificare: vi erano indicazioni incise ed esposte al pubblico, le quali prescrivevano quale specie di offerta fosse lecita, quale proibita, e le condizioni di purificazione necessarie per compiere l’atto sacro, e quali persone fossero escluse. Il carattere pubblico e inviolabile del tempio (DE MARCHI) ne f aceva un archivio di atti pubblici e privati, trattati di pace ed alleanze, convenzioni, arbitrati, cittadinanza, benemerenze; questi atti trascritti nella pietra, nel marmo o nel bronzo, erano collocati ed esposti entro o presso ai templi, perché rimanessero sotto la salvaguardia divina; vi si deponevano i tesori (si parla di ritrovamenti di monete e oggetti preziosi, vicino al tempio di HERA. Cosi come il ritrovamento dell’ascia di KYNISKOS nei pressi del tempio) e i privati i loro documenti. Intorno al santuario, veniva poi a costituirsi, quasi una piccola comunità sacra di venditori d’immagine, statuette, oggetti di culto, che traevano il loro guadagno dall’affluenza dei numerosi pellegrini. Custode e funzionario del tempio era il sacerdote (IEREUS), pubblico ufficiale dello stato, ogni cittadino poteva diventarlo; sono depositari del RITO non del DOGMA. Sono investiti dallo stato ,non consacrati dalla chiesa, sono ministri di un dio e di un tempio non di tutta la divinità. Non hanno gerarchia, non sono una casta (NON UNA TEOCRAZIA) sono funzionari dello stato. Il sacerdote presiede però la cerimonia del rito o quella del responso, e le formule sacre; erano vestiti di bianco. Il culto ammetteva l’aldilà, e che vi fosse un premio per i buoni; si pregava molto. Per la storia, Magna Grecia il complesso delle colonie fondate dai greci nell’Italia meridionale tra i secc. ottavo e sesto a.C. : CROTONE, REGGIO, SIBARI, NAPOLI. Gli abitanti delle colonie si chiamarono italioti ; intorno al 550 a.C. essi avviarono una propria monetazione. Le varie colonie erano rette da aristocrazie, cui seguirono spesso regimi tirannici. Sottomessa dai romani 280-265 a.C.,la M. G. diede contributi determinanti all’ellenizzazione della penisola e di Roma. A essa vanno ascritti grandi fatti culturali quali la scuola filosofica di ELEA, quella medica di CROTONE , la diffusione del PITAGORISMO (regole per purificare il corpo e l’anima.. tavole pitagoriche..partecipazione delle donne..comunione dei beni..)e dell’ ORFISMO (religione misterica dell’antica Grecia fondata da ORFEO mitico poeta; era dedita alla dottrina della metempsicosi ovvero trasmigrazione dell’anima dopo la morte, in un altro corpo, anche vegetali,animali,o minerali; ed alla purificazione dell’anima riservata agli iniziati..). L’arte fiorita nella M. G. risulta in stretta correlazione con l’arte greca, pur serbando caratteri specifici (terracotta, calcare- come quello che risulta nella zona della taglia di GANGIULIEDDRU a San Sosti). Quasi tutti gli edifici costruiti come templi sono di ordine DORICO (antichi abitanti della Grecia, caratterizzati dal “TRAFORO” degli oggetti costruiti , come la famosa ascia di KYNISKOS di San Sosti che per essere votiva , ha il foro nel suo corpo). Mentre i IONI si trovano nella regione di LOCRI. DORICI e IONI si compenetrarono. Le città di nuova fondazione seguivano un piano unitario, sviluppando un impianto di assi ortogonali di tipo IPPODAMEO ovvero come luogo in cui si corre. Capolavori della statuaria in marmo sono le 37 metope (tra-foro, ovvero spazio rettangolare fra due intagli del fregio dorico,spesso occupato da motivi ornamentali in bassorilievo) dell’ HERAION del SELE (da PAESTUM) e il Trono LUDOVISI, che si ritiene proveniente da LOCRI. Particolarmente sviluppata la bronzistica ( come l’ascia di bronzo di San Sosti del sesto sec. A. C.) e l’arte della monetazione. Fiorenti le botteghe di ceramica (vasi con dipinti di scene, desunti dal repertorio teatrale). Fra le opere pittoriche pervenuteci è la stupenda Tomba del tuffatore (di PAESTUM , sec .quinto a. C.).

Vincenzo De Luca

16 risposte a “La misteriosa città di Temesa, dell’Odissea di Omero, si trova nei casilini di San Sosti? C’è chi sostiene la tesi della Prof. Paola Zancani Montuoro!

  1. Angelo Martucci

    Guarda caso tutte e quattro le campagne di scavo condotte a San Sosti sono state promosse dal sottoscritto e da Giovanni Martucci. Abbiamo avuto la fortuna che il nostro prof. Giuseppe Roma, si è fidato di noi ed ha sostenuto la nostra iniziativa. Dalle due campagne di scavo (che in alcuni punti siamo scesi a 2 metri circa, di profondità) ai Casalini, 2001-2003, nennemo un frammento di ceramica di età greca, vorrei sapere come si fa a rinvenire questo tipo di materiale in superficie. Se poi si vuole mettere in dubbio una ricerca universitaria per dar credito alle fantasie…ognuno è libero di farlo. Per tutto il resto è persino inutile commentare.

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  2. Spunti per la riflessione :"L'umiltà"

    Sarò quel che sarò, ma in fatto di umiltà non mi batte nessuno.

    Wilhelm Muhs

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  3. Ancora tu? E’ inutile che ti nascondi dietro l’anonimato, sappiamo chi sei! Dovresti nasconderti alla vista dei sansostesi.
    E’ un fatto inconfutabile che a San Sosti si parla seriamente di archeologia grazie ai Dottori Angelo e Giovanni Martucci.

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  4. concordo con Wilhelm Muhs…..

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  5. Norma di prudenza

    E’ norma prudenziale non parlare mai di sè. E’ un argomento in cui le nostre vedute e quelle degli altri non s’incontrano mai.

    Marcel Proust

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  6. PER GLI INVIDIOSI.
    L’invidia deriva dal confronto irrazionale fra quanto hanno raggiunto altre persone e quanto avete raggiunto voi.
    Non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso,bensì l’incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete.
    ARI KIEV.

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  7. Angelo Martucci

    “A CIASCUNO IL SUO”.

    Angelo Martucci.

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  8. ANONIMOAILAVORIFORZATI

    QUANTE CITAZIONI! IL TUTTO PER UN ARTICOLO SU UN IPOTESI DI STUDIO SULL’ANTICA CITTA’ DI TEMESA! A SAN SOSTI L’ARCHEOLOGIA METTE IN MOVIMENTO RANCORI, INVETTIVE, MA MI CHIEDO NON DOVEVA ANCHE METTERE IN MOVIMENTO L’ECONOMIA DI QUESTO PAESE? O FORSE PER FAR SI CHE ACCADA CIO’ DOBBIAMO ATTENDERE CHE IL BRITISH CI DIA LA FAMOSA SCURE DI CUI TANTO SI PARLA E DI CUI PARLANO SIA ARCHEOLOGHI LOCALI CHE STUDIOSI DI ALTRE DISCIPLINE!! FATTO STA CHE E’ GIUSTO DIFENDERE LE PROPRIE SCOPERTE, MA EVITEREI DI FARLO CON AFFERMAZIONI DEL TIPO “A CIASCUNO IL SUO” VISTO CHE QUALCUNO PIù BRAVO DI NOI TUTTI A SCRIVERE E DI ORIGINE SICILIANA USO’ QUELLO STESSO TERMINE PER INDICARE ALTRE COSE BEN PIù SERIE DELL’ARGOMENTO CHE STIAMO TRATTANDO!

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  9. bha…
    molto meglio che questa famigerata scure rimanga al British dove almeno -in bella mostra ed io l’ho vista- è ammirata da milioni di visitatori, che dispersa in qualche museo sibarita persa tra gli scaffali vuoti ed impolverati….
    IMHO, ovviamente….

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  10. TRASFERIAMOCI TUTTI A LONDRA!!

    Con questa logica dovremmo spostare le nostre case le nostre campagne le nostre stesse vite,tutte a Londra!!!!!questa maledetta rassegnazione fa’ si che la Calabria e tutto il sud non decolli mai e che resti arretrato di un secolo!!.La gente non ha piu’ voglia di lottare per un mondo migliore,si continua ad autoflaggersi,ad autocommiserarsi senza reagire,questa e’ la vera natura di noi calbresi!!una societa’ morta senza speranza e senza anima,questa e’ la Calabria!!si certo teniamo tutto a Londra o che ne so’ a Parigi o magari Cicago!questa ottusita’ ci ha portato ad essere l’ultima regione d’Italia sotto quasi tutti i punti di vista.Intere generazioni disinteressate,apatiche e purtroppo molto imcompetenti,questo e’ il vero dramma di noi calabresi.SVEGLIATEVI E SVEGLIAMOCI TUTTI!!

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  11. ANONIMOAILAVORIFORZATI

    AD AVVALORARE L’ULTIMO COMMENTO STASERA HO APPRESO UNA COSA GUARDANDO I TITOLI CHE APPAIONO SOTTO IL TG2. QUESTA SERA C’ERA SCRITTO: NEL 2009 LA CALABRIA E’ STATA LA REGIONE PIù PERICOLOSA. CHE SCONFORTO DA CALABRESE, DOVE CRESCIAMO I NOSTI FIGLI? ABBIAMO BATTUTO IN QUESTO TRISTE PRIMATO PERSINO LA CAMPANIA, LA SICILIA .. E VENITE ANCORA A PARLARMI DI ARCHEOLOGIA DI SCURE DI QUELLO E DI QUELL’ALTRO … QUI C’E’ UNA GUERRA IN ATTO!! E LO STATO CENTRALE NON FA NULLA PER SALVARCI, MANDA SOLDI CON CUI SI ARRICCHISCONO I POLITICI LOCALI E PIANO PIANO LA NOSTRA AMATA TERRA CADE NELLE MANI DELLA CRIMINALITA’. CHE BRUTTO SENTIRE QUESTE NOTIZIE …

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  12. Calabria pericolosa? Assolutamente no!!

    In termini di cosa è la più pericolosa per questi del tg2? Per quale rischio: quello economico, sismico, franoso, mafioso, sanitario.. o altro? Non mi facciano ridere!!
    La Calabria tra 10 anni sarà, insieme alla Sicilia, una delle regioni più ricche d’Europa. Sarà la prima regione per la produzione di energia. Per fare un esempio, avrà impianti che produranno energia solare per miliardi di megawatt. Allora vedrete come si sposteranno i baricentri dell’economia nazionale, quando l’energia sarà prodotta per lo più dalla nostra regione!!

    IL PROFETA

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  13. TRASFERIAMOCI TUTTI A LONDRA!!

    Caro mio grande profeta,se i calabresi continueranno ad essere e a comportarsi come hanno sempre fatto,la Calabria sara’ solo la terra di nessuno,magari solo ed esclusivamente dei mafiosi dei politici corrotti,dei truffatori.Se investimenti ci saranno nel campo dell’energia pulita e rinnovabile la gestiranno solo questi loschi personaggi,cosi’ come hanno fatto e stanno facendo con l’eolico!!altro che baricentro dell’economia!!ecco perche’ esprto i calabresi e principalmente i giovani ad occuparsi ed interessarsi della cosa pubblica,senza continuare a lasciare la gestione di tutto cio’ ai soliti vecchi e ultrapassati personaggi!!!hai mai visto caro profeta realizzare seriamente infrastrutture che servono realmente alla nostra terra come ad esempio il rifacimento della ss 106,il completamento dell’A/3,come insediamenti produttivi ecc…?eppure risorse finanziarie nel corso degli anni ne’ sono arrivate a fiumi!!!e’ la nostra testa che deve cambiare,non piu’ lamentele accompagnata da inerzia cronica,IMPEGNARSI E INFORMARSI,sopratutto costringere i nostri amministratori sia locali che sovracomunali a pensare seriamente alla gente di Clabria.Metterci la faccia e assumersi le proprie responsabilita’ senza continuare a delegare personaggi allartenenti al passato e senza futuro!!solo cosi’ possiamo diventare come dici tu il baricentro dell’economia del futuro!!vorrei vedere i giovani impegnarsi direttamente,senza continuare a credere nelle false promesse di turno,il futuro e’ dei giovani e solo i giovani possono crearselo!!

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  14. ANONIMO AI LAVORI FORZATI

    GLI ULTIMI POST SONO UNA SINTESI PERFETTA DI CIÒ CHE STA AVVENENDO NELLA NOSTRA TERRA. QUALCUNO PARLA DI ENERGIA SOLARE NON SAPENDO CHE GIÀ A SAN SOSTI ANNI FA VI ERA UNA CENTRALE IDROELETTRICA CON TANTO DI CANALI DI GRONDA E FUNZIONANTE CHE L’INCURIA DEI NOSTRI OBSOLETI AMMINISTRATORI HA SEPOLTO PER SEMPRE! QUELLA CENTRALE SE AMMODERNATA POTEVA FORNIRE ENERGIA A TUTTO IL PAESE ED ANCHE OLTRE SENZA DIPENDERE DALL’ENEL MA MAGARI FACENDOGLI CONCORRENZA. SI TRATTAVA INOLTRE DI ENERGIA PULITA SENZA UN FORTE IMBATTO AMBIENTALE. A PROPOSITO DI ENERGIA SOLARE SAPETE CHE LE PALE EOLICHE VERAMENTE BRUTTE DI TARSIA SONO LI SENZA FUNZIONARE. CHE SENSO HA FARE UN IMPIANTO PER POI LASCIARLO MARCIRE. CONDIVIDO L’APPELLO AI GIOVANI ANCHE SE MI HANNO DETTO DI NON OCCUPARMI DI LORO.

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  15. Io consiglio a tutti di emulare il grande Gennaro Gattuso, nostro conterraneo e giocatore della nazionale! Come lui, dobbiamo avere grinta e ottimismo. Come vi sentite quando lo vedete sotto la curva sud ad incitare i tifosi? Noi dovremmo avere la stessa grinta, motivazione di raggiungere degli scopi e avere il sentimento di unione e fratellanza sapendo che siamo della stessa squadra. Per questo cari amici, rimbocchiamoci le maniche e iniziamo a pensare a come poter uscire da questa situazione critica!

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  16. Odissea – Libro I verso 180-183.
    Adesso sono approdato, così, con la nave e i compagni, navigando sul mare scuro come vino verso genti straniere, verso Temesa, in cerca di rame, e porto ferro fiammante.
    La mia nave è questa alla fonda fuori città, verso i campi, nel porto di Reitro, sotto il Neio selvoso.

    Non mi pare che a San Sosti c’è il mare, a meno che, nel frattempo lo abbiano spostato.
    Nel I libro dell’Odissea si parla in modo chiaro di rotta verso Temesa. Significa che era una città sul mare ed era pure famosa, se la cita Omero.
    Aiello, nei pressi di Amantea, è la candidata più credibile. Tanto è vero che si sta scavando una necropoli di VI secolo a.C. con favolosi corredi ed un vero e proprio centro urbano di età greca che nasce un un abitato molto più antico.

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