Di Antonio Vigna
A volte siamo capaci di capovolgere situazioni che non promettono niente di buono. Un livello di umore sotto lo standard, un tasso di umidità elevato, un’aria stagnante che sembra opprimerci, fanno da cornice ad una circostanza opaca ed anonima. Ma come sempre, “mai dire mai”. All’improvviso percepiamo accendersi una luce, energie che sono dentro di noi emergere. La giornata come d’incanto lascia dietro monotonia e lentezza, si distacca da quella tipica della routine e diventa intensissima ed affascinante. Altre volte al contrario, quando il buon giorno si vede dal mattino, limpidezza, serenità , un cielo splendente, colori tersi ed umore che presagiamo medio alto, finiscono per essere lenti e scialbi. Non siamo in grado di dare il giusto significato della relatività di queste differenze, sebbene la loro importanza è massima e va ricercata dentro di noi. Molte volte ci siamo lamentati perché abbiamo associato il nostro malessere o ne abbiamo imputato la causa ad un determinato contesto, facendo fuoriuscire dalle nostre labbra la frase luogo comune “che paese di”. In altre occasioni pur trovandoci in luoghi precisi di rinomato turismo, con incantevoli panorami, moderne attrezzature, fruibili opportunità di divertimento, ci annoiamo. L’aspetto esteriore, la bellezza di un posto, hanno la loro importanza, ancor più la maturità degli abitanti che vi vivono, ma ciò che fa la differenza è l’equilibrio con noi stessi. Se questa condizione è rispettata riusciamo a stare bene in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, anche in quelli brutti e ad apprezzare e rispettare anche chi ci vive perché ha avuto la sfortuna di esserci nato. Quando avremo acquisito questa consapevolezza ogni situazione sarà solo un relativo corollario per la nostra finale soddisfazione. Questo principio non è valido solo per le aspettative di ciò che ci sta intorno, ma anche per ciò che siamo e per le attese di quello che vorremmo essere. L’esempio classico è quello di una persona apparentemente al di sopra di tutto e di tutti, che detiene il potere in senso lato, considerata dal grosso pubblico come la più amata, la più odiata, ma soprattutto la più invidiata, che dovrebbe essere un prototipo di felicità, la persona a cui non dovrebbe mai mancare niente. Anche in questo caso l’apparenza non riproduce esattamente la realtà. Il potere, se non si accompagna a grande responsabilità e vocazione, diventa un’arma a doppio taglio che può trasformarsi in conflitto esistenziale e come un boomerang ritorcersi contro chi lo detiene, in modo tanto più devastante quando più grande è la carica gestita. Spesso, in tutti gli ambienti, vengono accettati incarichi più o meno grandi con estrema facilità e superficialità , senza che a questi corrisponda stessa capacità ed abilità. Troppo spesso gli stessi vengono finalizzati ad interessi personali che esulano da quelli della collettività, accettati ed usati come strumento per oltrepassare il lecito fino a sconfinare nel malaffare. Solo quando si hanno fondate capacità e serietà, sorretti da tanta professionalità e giustizia per svolgere tali compiti, si avrà massima stima e grande riconoscimento da parte di tutti. Un giorno tali saggi uomini passeranno alla storia come dei grandi, lasceranno il loro bellissimo ricordo anche alle generazioni future. In vita il loro benessere interiore sarà massimo, direttamente proporzionale alla loro grandezza ed alla fine fregiarsi di essersi sudata e guadagnata la ricchezza più grande che questa terra può offrire. Questa avrà più valore e bellezza perchè ad unanimità sarà accompagnata da ringraziamenti e benedizioni che sono il tessuto connettivo su cui continuare a lavorare, assaporare e dissetarsi “con gli alimenti più genuini” che abbiamo in dono. Percezioni di dolci ebbrezze, intense vibrazioni, sensazioni di vere consapevolezze appaganti, di sana attività comportamentale che sono capaci di dare vigorosa spinta vitale, energia positiva e grande felicità .