La scuola lascia sempre la sua impronta

Di Vincenzo Tiesi

Franco Abate ha pubblicato il volume: “Il Maestro,” a cura  dell’edizione Periferia.

I ricordi di scuola rimangono per tutta la vita e ogni volta che riaffiorano, si ha voglia di condividerli con gli altri. Quelli dell’infanzia sono i più indelebili ed hanno come punto di riferimento il maestro.
Il libro “Il Maestro” di Franco Abate (direttore amministrativo dell’Istituto  Comprensivo di San Sosti), attraverso i ricordi scolastici vuole rendere merito al lavoro dei docenti che si dedicano all’educazione delle generazioni in crescita.
Spesso si cade nel luogo comune di esaltare  la scuola di una volta e i suoi metodi ma non bisogna dimenticare  che la scuola è vita e cresce con i tempi,  con  pregi e difetti. Ogni generazione ha i suoi valori e, quando si riscoprono, ci si rende conto che la storia ha sempre un legame e una spiegazione con il passato.  Ci si accorge di essere rami che fruiscono della linfa di un unico albero.
L’autore del libro, non è l’alunno diventato adulto, che ci racconta la sua storia ma il bambino che, all’età di sette anni, ha perso il papà  e da adulto vuole trovare le risposte ad alcune domande. Chi era veramente suo  padre? Cosa può raccontare ai suoi figli di lui?
Va, perciò, a leggere le  carte della scuola  e dietro le righe  “ritrova quel papà  che cercava”.  Suo padre gli si rivela nei suoi gesti, nelle sue parole, nei suoi pensieri, nel suo sguardo, gli apre il suo cuore e la sua mente, colmando quel vuoto creatosi da quando aveva sette anni.  Si accorge che il padre (il maestro Pietro Abate) non è un operatore indifferente, ma sensibile e responsabile per l’impegno che svolge.  Le sue esperienze scolastiche aiutano a riscostruire l’identità del padre e del figlio.
Il libro assume un valore simbolico: stimola i ricordi e induce i giovani a ricercare le proprie radici, a dare corpo ad immagini indistinte del passato e che al presente sono dense di significato. Il suo sottotitolo è  “cronaca di vita scolastica degli anni “50 nella scuola di Mottafollone”  con il chiaro intento di aprire nuovi orizzonti alla storia locale.

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