Di Raffaele Rosignuolo
Cari cittadini,
assistiamo, ancora una volta, ad un atto che colpisce duramente la bellezza del nostro paese. Il post con le foto, che pubblico sul giornale interattivo, racchiude un messaggio di personale sconforto e sfiducia: distruggiamo il nostro habitat invece di proteggerlo! Perché?
L’incendio, iniziato ieri, 5 agosto, alle 18, si è portato via un pezzo di cornice verde che dava valore al paesaggio sansostese; chi giungeva a San Sosti, veniva subito colpito dalla bellezza naturalistica di questo versante che, a strapiombo, si “getta” sulla parte urbanizzata del nostro territorio. Oggi tutto ciò è annerito per ricordare che, anche qui, avanza la squallida “desertificazione” – termine inteso in senso lato: sociale, culturale, ambientale ecc. -.
Non si sa se è stato un atto doloso o colposo, di certo è stata un’azione che in due giorni ha portato via quello che la natura aveva costruito in molti anni. Il duro colpo inferto non è solo a livello paesaggistico, ma anche a livello strutturale, perché la stabilità del versante è seriamente compromessa; in seguito a intense perturbazioni atmosferiche si potrebbero innescare movimenti franosi!
Dopo tutti i disaggi politici, ambientali e sociali del nostro paese, di cui se ne discute molto da questo sito, sono qui a dire che lo sconforto è tanto, perché ci allontaniamo sempre di più dalla via del possibile sviluppo!
Per spegnerlo sono intervenuti, dalle ore 7 del 6 agosto, un elicottero e tre aerei.
Caro Raffaele, al tuo lamento e alla tua importante domanda “perchè?” credo non
sappia rispondere o non sappiano rispondere il folle o i folli autori del vile gesto.
Questa volta però tale gesto ha avuto la condanna dell’intero nostro popolo il
quale ha dimostrato, con il ribrezzo apertamente provato, di vivere ancora di grandi e sani principi. Su questo bisogna operare per prepararsi a un volontariato capace di tempestivamente intervenire e proteggere le nostre ricchezze ambientali che possono rappresentare il motore della nostra ripresa
socilae, economica e culturale. Peppino De Luca
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questo articolo che hai scritto infatti mi piace perche’ hai colpito al segno il problema e cioe’ un degrado che continuamente c’e’ nel paese, sia naturale sia anche da parte delle persone e non sono daccordo con peppino perche’ quella sera molta gente era impegnata con tarantelle. come dico sempre e’ facile fare tante belle parole ma qui ci vogliono i fatti! e’ inutile che si parla e ci si agita tanto quando poi quotidianamente succedono cose come furti incendi bruttezze nei luoghi naturali inquinamento sporcizia di cani nel centro storico. io ormai ho una certa eta’ ma spero che si faccino da parte questi vecchi e questi giovani che imitano i vecchi, per dare spazio veramente ad una novita’ un sindaco giovane io ho gia’ una idea. saluti a tutti e speriamo bene nel futuro. concludo dicendo che a chi e’ stato a fare questo incendo gli vogliono cadere le mani subito.
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L’indignazione non basta più!
E’ un avvenimento grave sul quale è necessario tenere alta l’attenzione della popolazione.
Ogni possibilità di sviluppo delle nostre aree è legato all’amore e oserei dire alla tenerezza con la quale curiamo i nostri luoghi.
Facciamo tutti un inutile esercizio di retorica quando parliamo di sviluppo turistico e poi permettiamo che i barbari, recitando un copione che puntualmente si ripete ogni mese di agosto, mettano a ferro ed a fuoco la natura che è il nostro bene collettivo.
Questa volta abbiamo tutti il dovere di chiedere alle autorità competenti quali sianole misure di prevenzione per casi del genere e chi ha il compito di metterle in atto.
Ci sono occasioni in cui l’indignazione non basta più.
E’ necessario l’impegno attivo di tutte le forze sane affinchè le nostre terre non siano destinate a diventare sempre di più aree marginali . Spero che Goladelrosa.eu metta al corrente la popolazione del prosieguo della vicenda e che le indagine possano impedire l’impunità all’autore ( o agli autori del vile) atto.
Proprio l’anno scorso un altro incendio aveva devastato una parte fortunatamente meno imponente di territorio. In quella occasione su Millestorie mille memorie era apparso un articolo dal titolo:”Fuochi ad agosto” che è il caso di riproporre ai lettori.
http://www.francescocapalbo.blogspot.com/2010/09/fuochi-dagosto.html
Francesco Capalbo
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“Segavano i rami sui quali erano seduti.
E si scambiavano a gran voce le loro esperienze,
di come segare più in fretta. E precipitarono
con uno schianto.
E quelli che li videro scossero la testa
e continuarono a segare”
(Bertolt Brecht)
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Caro direttore,
ho il “piacere” di notare la pubblicazione delle foto, relativo articolo e sono sicuro che sono stati realizzati con un spirito di rammarico, indignazione e di sensibilizzazione verso la collettività sansostese. I commenti, rimangono tali … …
Sarebbe stato più interessante e occorre fare emergere anche la straordinarietà, apprendere la diffusione di appelli ai sansostesi affinché donassero qualsiasi notizia, anche insensata, sull’evento incendiario al Comando Forestale titolare dell’indagine; qualsiasi indicazione, indiscrezione o quant’altro poteva ed ancora può essere utile per chiudere e saldare definitivamente la catena fortemente indiziaria accuratamente ricostruita dell’abile attività messa a punto dall’ignoto autore che ha agito con un modus operanti programmato ed ineccepibile. Al contrario, questa vicenda rimarrà, come al solito, motivo di colloquii del momento.
Nel nostro territorio come si presume per altri, ogni incendio, ha una storia a se ed è direttamente collegato ad avvenimenti sul territorio di periodi passati e recenti.
La collettiva cattiva abitudine è quella di accreditare “a pelle” l’incendio alla rinnovazione del pascolo; pratiche di 50 anni orsono quanto ogni cittadino possedeva animali da pascolo e quindi la necessità alimentare era impellente; oggi, non si esclude in modo categorico, ma si può senz’altro affermare che tale fenomeno è ridotto ai minimi termini se non addirittura scomparso. Nel territorio di San Sosti, esistono poche aziende zootecniche e si contano circa 140 bovini, questo già fa intuire in logica che il fabbisogno alimentare degli animali è assolutamente garantito in tutto l’anno solare.
Mi chiedo: e se l’incendio di Ceraseto è stato originato per far sì che il pascolo in quell’area venga interdetto? Quindi provocarne un danno concreto agli allevatori per la stagione invernale per vendette personali verso questi?
A San Sosti, manca una squadra antincendio dal lontano 2001, si è mai interessato qualcuno a sollecitare la Regione Calabria all’epoca ed oggi il Dipartimento Regionale della Protezione Civile o meglio ancora il Parco Nazionale del Pollino?
A San Sosti, nel 2003, con finanziamento POR Calabria, vennero realizzati tre invasi antincendio nelle località “Casiglia-Vulcanne-Livata”; il primo, Casiglia, fatiscente, abbandonato, inutilizzabile e senza risorsa idrica; il secondo, Vulcanne, come il primo, anzi peggio, non si nota nemmeno che esiste per la crescita perimetrale di vegetazione infestante, e il terzo “Livata”, dopo tanti sforzi è stato reso agibile ma che il prossimo anno occorre necessariamente adottare pulizie nel suo interno per evitare la fine del primo e secondo. Un invaso agibile come quello della “Livata”, significa fronteggiare le fiamme attive in tempi strettamente brevi e con efficacia da parte di velivoli.
Ancora al 2011 non esistono idranti pubblici di facile accessibilità per un celere bottaggio per autobotti antincendio.
Le annuali ordinanze sindacali emesse in materia di prevenzione antincendio per la sicurezza delle civili abitazioni lasciano il tempo che trovano rimanendo, semplice carta dovuta, in base alla norma.
Da anni oramai, rappresentando che il Responsabile locale di Protezione Civile è individuato nella persona del Sindaco, il piano antincendio Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile nonchè quello Regionale, coinvolge direttamente ed in prima persona i Comuni. In merito lascio alla vostra sensibilità esprimere o meno delle valutazioni.
Per concludere, occorre risaltare l’importanza della prevenzione specialmente nei pressi di centri urbani e isolate civili abitazioni perchè il fuoco, devastante nel suo avanzamento, non dona preavvisi.
Si rimane con l’auspicio di ricevere qualsiasi notizia sul rogo di Ceraseto, in forma diretta, anonima o quant’altro si riterrà utile.
Firmato
Il Comandante della Stazione
Sovrintendente CALONICO Vincenzo
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