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“Ma che senso ha questo tempo… senza me”?

di Lucio Paura

<<MA CHE SENSO HA QUESTO TEMPO… SENZA ME>>?

<<A sette anni mi hanno promessa, non avevo neanche una casa …>> così inizia la nuova canzone ”La sposa bambina” della cantautrice Noemi Bruno, con la quale si è aggiudicata il Premio della Critica all’evento “Premio Mia Martini”.
Un componimento musicale pieno di dolcezza e melanconia, intriso da una purezza di immagini nostalgiche … di un’infanzia rubata al tempo.
Una bambina che non potrà scegliere le proprie amicizie, le persone con cui giocare o amare, costretta ad allontanarsi dai propri affetti : << avevo soltanto una bambola l’ho data ad un’altra bambina, lei poi se n’è andata in America >>.
Una sposa che con l’innocenza della sua età vive da spettatrice la vita di Famiglia; anche da adulta il suo animo sarà logorato da tristi eventi, ma dentro di se i ricordi e la speranza non moriranno: << ed ora che di anni invece ne ho trenta e ho perso tre figli per la malaria ripenso spesso a quella bambola >>.
Noemi si cala nella realtà umana, nelle asperità della vita e riesce a raccontarle con la sua musica in modo assolutamente perfetto.
Nella canzona, “La sposa bambina”, si avverte un velo di pessimismo e di quasi rassegnazione per la perdita di ogni entusiasmo, di ogni aspettativa azzardata di vita e persino sfiducia nell’amore; perché ognuno di noi desidera una vita “normale”, con un padre, una madre e una persona da poter scegliere come compagno di vita.
Ma non per questo, il testo, ci indulge al facile pianto, bensì sotto la geometria arcana e sconvolgente della vicenda, di una bambina divisa dalla propria famiglia e dalla sua amica che forse non rivedrà mai più, si avverte la positiva partecipazione dell’autrice con il suo “urlo” di speranza  al tragico mondo delle “vittime” della sorte.

LA MUSICA COME METAFORA STRUTTURALE DELL’ANIMA: HERTZ “cedimenti-strutturali”.

Di Lucio Paura

Hetz - Cedimenti StrutturaliHERTZ “cedimenti-strutturali”

Voce Chitarra-Acustica: Noemi Bruno; Sax Alto: Francesco Rigermo Spinelli;        Piano-Tastiere-Coro: Giò Novello; Basso Elettrico: Matteo Spagnuolo; Batteria-Percussioni: Pasquale Spagnuolo; Chitarra Elettrica: Giuseppe Lo Polito.

 L’underground musicale calabrese è ricco di proposte valide e di gruppi che sfornano ottima musica e gli “HERTZ cedimenti-strutturali” fanno sicuramente parte di questo insieme; i loro brani sono splendidi e originali, intrisi di un Rock all’italiana con spruzzate di Pop cantautorale.

Gli arrangiamenti sono intelligenti e mai banali incrociando l’eclettica Chitarra sempre alla ricerca di nuove sonorità con la Tastiera dal sapore “vintage”, tutto accompagnato dal Basso e dal Sax che fanno tremare l’anima … ed un ottimo lavoro di Batteria che colora i brani con scrupolosa follia ed energia. E la Voce? Bellissima! Peculiare nei suoi acuti sempre in grado di emozionare …

Insomma, un gruppo giovane ma già maturo che fa “vibrare” e “crollare” la “struttura muraria” dell’indifferenza.

L.P.

 

Il “Teatro Cosmico” del Maestro Guzzolino tra “Sensibilismo” e comicità.

La Redazione

L’esilarante commedia teatrale “Quannu si mazza vatti e quannu s’incudini statti” , scritta da Francesco Guzzolino e realizzata dalla Compagnia teatrale “I Belli dentro”, è andata in scena lo scorso 28 aprile nel Teatro di Roggiano Gravina (Cs). Uno spettacolo basato sulla comicità contrapposta a momenti di grande morale e riflessione, lavoro esaltato dalle ottime performances degli attori che hanno dato vita ad una serie di variopinte gag, imprevisti, giochi linguistici arricchiti gradevolmente dal dialetto che ha catturato il pubblico in sala trascinandolo in briose risate.

Teatro gremito, infatti, le persone hanno abbracciato con scroscianti applausi la compagnia teatrale e l’autore, tributandone un più che meritato successo. Un’opera inedita quella del maestro Guzzolino che ha voluto rappresentare e denunciare la crisi dei valori e il capovolgimento dei ruoli nelle famiglie d’oggi. Altro tema affrontato è la libertà, intesa come slancio verso la visione di Cristo, inoltre, l’opera è stata impregnata dal concetto di luce tratto dal “Sensibilismo” (Corrente artistica inventata dallo stesso autore) contrapposta al buio della Realtà che sovrasta la morte e l’amore.

Erano anche presenti all’evento: Peppino Perticaro (Assessore alla Cultura del Comune di Mottafollone) e Lucio Paura (artista e amico-collaboratore dell’autore).

Sul concetto di Luce nel “Teatro Cosmico” di Guzzolino, lo stesso Lucio Paura, nel 2006, nell’opera “il Sensibilismo” scriveva: <<Questa radiazione elettromagnetica entra dentro, colpisce il vetro dell’anima; i raggi rifratti in obliquo scendono giù, quelli riflessi salgono su verso il triangolo dei tre colori primari per formare l’arcobaleno: la voce del sensibilismo>> .

Provocazioni e Arte dentro al Castello di Mottafollone nella Notte Bianca “Funk-Jazz“.

La Redazione

takaDalle foto storiche, raffigurazioni contemporanee e antiche, al ferro-battuto: una mostra “senza filtro” quella avvenuta sabato 10 agosto in una porzione del castello di Mottafollone appena restaurata da parte dei proprietari, Lucio Paura e De Loria Severina; una di quelle manifestazioni in cui è l’espressione a prevalere sulle forme. Il castello ha assunto le sembianze di una galleria d’arte “contemporanea-antica” insolita che, rompendo gli schemi, ha voluto – con le opere inserite dai vari artisti locali – suscitare delle provocazioni, come la composizione  “gallo-cicogna” realizzata dallo stesso Lucio Paura.

I curatori della mostra sono stati Francesco Bartucci, maestro del ferro-battuto, e Lucio Paura, poeta  pitto-scultore, autore di numerose opere provocatorie ormai da tempo conosciute.

L’evento “Notte Bianca Funk-Jazz” è stato realizzato grazie all’associazione “Pro-Esaro” e al patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Mottafollone, un avvenimento di quelli forti, che ha portato più di tremila persone: il messaggio è passato senza mezzi termini e l’espressione artistica ha prevaricato su tutto il resto. L’arte è anche questo. Il Castello di Mottafollone si è trasformato, assumendo un aspetto insolito, grazie a istallazioni, disegni e creazioni di vario genere, con le quali sono state riempite le pareti nude della fortezza medievale. Centinaia di quadri, oggetti in ferro-battuto minuziosissimi, raccolti ed esposti a riempire la superficie dal basso verso l’alto. Seguendo il percorso, accompagnati da una musica di sottofondo suonata dal gruppo “Takabum street band”, l’espressione dell’arte è diventata forte colpendo gli spettatori. Fiaccole accese e oggetti storici hanno suscitato forti sensazioni nei visitatori che non sono riusciti a restare indifferenti, specialmente all’interno della sala divisa da un arco stupendo,  dove i disegni grafici hanno richiamato messaggi poetici. Si è viaggiato dunque sull’onda di un’atmosfera particolare e delle evocazioni, resa ancora più forte da quella cornice particolare qual è appunto il castello.