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La legge del contrappasso! Considerazioni sulla politica condite di tanta amarezza e di un pizzico di autoironia.

Di Francesco Capalbo

E’ la legge del contrappasso: chi non può più dare cattivo esempio, si arroga sempre il diritto di dare buoni consigli.

A questa legge, celebrata anche da una famosa canzone di Fabrizio De Andrè, neanche io oso sottrarmi, consapevole che qualcuno mi considererà Continua a leggere

MA ERA CATTIVO IL LUPO O L’AGNELLO…?

La signorina Bruno Valentina mi dà l’occasione per far capire meglio come si costruisce addosso a una persona l’immagine del lupo cattivo: di come, cioè, si è capaci solo di orchestrare campagne di criminalizzazione contro quegli avversari politici di cui non si è in grado di controbattere le critiche più semplici, e in generale contro tutti coloro che manifestano dissenso nei confronti del capo clan. La tattica è semplice: si aggredisce con falsi pretesti la persona che “dà fastidio” per costringerla al silenzio; se poi questi si ostina a parlare e magari a difendersi, alzando il tono della voce, ecco che scatta la manovra: le truppe dei fedelissimi si lanciano all’attacco e aizzano il popolo contro il “malvagio” che ha osato reagire. È come dire che se l’agnello della favola che tutti conosciamo fosse riuscito, per miracolo, a respingere il lupo – facendogli anche un po’ di male – avremmo dovuto condannare quel perfido agnello per non aver permesso al lupo affamato di sbranarlo e cibarsi della sua tenera carne! Ecco dunque il mio atroce dilemma! La signorina Bruno – senza che  il sottoscritto l’abbia chiamata in causa – mi ha definito “sputaveleno”, mi ha dato dello “stupido”, dell’ “ipocrita” e del “rabbioso” (per non parlare dell’enorme sciocchezza sui manifesti “anonimi”!) senza citare un solo fatto concreto e documentato per giustificare questi suoi insulti. Ecco, dunque, il dilemma: devo chinare la testa e tenermi questi insulti, per evitare di essere additato come un lupo ancora più cattivo, o devo difendere il mio diritto alla libertà di pensiero e di parola?  Sarò certamente un inguaribile idealista, uno di quei marziani che credono ancora in una cosa che si chiama dignità, ma io quelle parole le rispedisco senz’altro al mittente: se le ripeta, l’autrice, quando si guarda allo specchio, e le troverà certamente più consone e appropriate.

La favola del lupo cattivo e della politica come paravento di un astio personale era stata messa  in circolazione durante la campagna elettorale del 2004 e poi – qualche volta gridata ma più spesso sussurrata insistentemente all’orecchio – ha funzionato per un po’ di tempo. Ma per fortuna ci sono ancora tante persone che fanno un uso autonomo del proprio cervello, così da molti ho avuto il piacere di veder riconosciuta l’onestà intellettuale della mia attività politica: diversi amici (anche nell’ultimo anno), mi hanno detto chiaramente che si erano bevuti la storia del personalismo e solo con molto ritardo si sono resi conto che i metodi di questi amministratori erano proprio quelli evidenziati dalla minoranza e che la loro politica era quasi tutto fumo.

Le analisi, le critiche e le proposte della minoranza sono documentate in decine e decine di manifesti, ma anche in decine e decine di mozioni, interrogazioni e interpellanze, come ricorda un mio anonimo sostenitore (al quale continuo a dire che è sempre meglio mostrare la faccia). E poi vi sono i numerosi interventi effettuati nelle sedute consiliari, che rappresentano in seno all’istituzione le idee e quindi il progetto politico dei consiglieri di minoranza. Se l’Amministrazione in carica avesse avuto un po’ a cuore la trasparenza e l’informazione, essa avrebbe potuto diffondere le deliberazioni via internet, come fanno già tanti comuni e come noi avevamo suggerito e auspicato quando, quattro anni fa, votammo l’adesione al consorzio Asmenet: il sito c’era, gli atti di Giunta e di Consiglio vengono digitati direttamente al computer perciò sarebbero bastati pochi minuti al giorno per garantire a gran parte dei cittadini  una informazione facile e tempestiva. Ma questa proposta non è piaciuta (e chissà, poi, cosa si intende quando si parla di proposte!).

Non voglio abusare dello spazio che mi viene concesso, anche perché una sintesi di quello che è stato fatto dovrebbe essere necessariamente troppo sommaria. Ma posso annunciare che entro breve tempo dovrei aprire un sito internet proprio per pubblicare tutto il materiale prodotto in questi anni dal gruppo di minoranza: chi non ha potuto o voluto seguire la nostra attività, chi vuole ricordarsi alcune cose, chi vuole comunque documentarsi nell’imminenza della prossima campagna elettorale avrà una fonte a cui attingere, sia che il sottoscritto si presenti, con una sua lista, da candidato a sindaco, sia che non si presenti affatto.

 Prima di chiudere questo intervento voglio anche rispondere brevemente a Pietro Bruno. Intanto premetto che se conosci bene l’operato politico della minoranza e ritieni che sia stato negativo o inadeguato, tanto di cappello: ho appena affermato la preminenza – nella mia scala di valori – della libertà di opinione; se invece non ne hai una conoscenza completa, il sito che intendo aprire ti potrà essere utile e mi troverai sempre pronto per qualsiasi confronto. Detto questo, non c’è davvero niente di surreale nella questione che hai posto, ma trovo invece molto surreale il modo in cui l’hai posta. Di colpo quel puntarmi il dito contro, come se mi fossi macchiato di chissà quale misfatto o volessi nascondere chissà quale vergogna! Solo dopo ho capito l’assurda motivazione: hai interpretato come una frecciata rivolta a te la mia frase relativa alle ambizioni personali! Beh, consentimi, ma bisogna avere proprio la coda di paglia per arrivare a questa conclusione e sconfinare nelle competenze ministeriali e simili (che se, poi, tali competenze sono requisiti tanto necessari aboliamo le amministrazioni locali e mettiamo al loro posto direttamente un funzionario dei ministeri: si risparmierebbe parecchio).

Sulla fontana di Fra’ Giovanni non sono intervenuto per due semplici motivi: 1) avrei potuto solo aggiungere la mia espressione di sdegno a quella di altri, ma mi sono astenuto perché non volevo apparire come il furbo che cerca di cavalcare la tigre della protesta; 2) non avevo e non ho nulla da nascondere e quindi da giustificare, non essendo venuto meno (neppure per distrazione) ad alcun dovere correlato al mio mandato di consigliere comunale di minoranza. Il mio primo dovere era quello di prendere conoscenza del progetto, ed è la cosa che ho fatto prima che iniziassero i lavori. Per le modeste competenze tecniche che possiedo non ho riscontrato nulla di preoccupante riguardo alla fontana: in una relazione tecnica illustrativa che mostrava grande attenzione al “recupero e riqualificazione dei siti degradati” l’unico intervento previsto era “pulizia e risanamento della presente muratura per la fontana di Fra’ Giovanni“, dove la parola risanamento associata a pulizia fa pensare a un intervento conservativo, visto anche che nei disegni dei “particolari costruttivi” la fontana non appariva assolutamente. Si aggiunga che nella parte generale si parla anche di “rivestimenti in pietra locale di esistenti manufatti di cemento”: qualcuno avrebbe potuto sospettare che, invece, avrebbero manomesso proprio la pietra locale (la vasca) per sfregiarla e occultarla con quei deliziosi mattoncini?

Spero almeno che ora non mi si venga a dire che avrei dovuto piantonare i lavori giorno e notte, sostituendomi magari ai direttori dei lavori! Dovresti dunque convenire, caro Pietro, che qualcosa di surreale c’era nel tuo commento: l’animosità che avresti dovuto riservare agli autori dello “scempio” l’hai incanalata tutta verso di me che, invece, sono parte doppiamente offesa e ingannata: come cittadino e come amministratore.

Se vogliamo cambiare veramente le cose – lo ripeto insieme all’amico Mario Sirimarco, di cui ho particolarmente apprezzato l’intervento – dobbiamo ripartire dalla partecipazione e dall’assunzione di responsabilità a livello collettivo.

Vincenzo Oliva

IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA

Leggendo i vari commenti che ci sono stati finora a proposito dell’ascia votiva di Artemisia e della fontana di Fra’ Giovanni, una cosa mi ha particolarmente colpito, a prescindere dal contenuto degli stessi commenti: è l’alto numero di coloro che hanno voluto restare nell’anonimato. Per la maggior parte, questi commenti, esprimono giudizi critici sull’attuale amministrazione perciò, forse, mi sarebbe convenuto rimanermene in disparte e augurarmi solo che le bordate contro la giunta comunale si moltiplicassero ulteriormente, senza rischiare di attirarmi qualche antipatia con questo intervento. Ma il mio obiettivo politico non è quello di diventare sindaco per una personale ambizione, bensì vorrei provare – insieme ad altre persone che ci credono fino in fondo – a cambiare radicalmente le cose: dalla mentalità all’idea di sviluppo e ai metodi di gestione, fino agli interventi sul territorio e le sue infrastrutture. Perciò constatare (e non è una sorpresa!) che tantissime persone non trovano il coraggio di esprimere liberamente il proprio pensiero è preoccupante, oltre che desolante. E lo è ancora di più se – come è probabile – la maggior parte di questi autori è costituita da giovani. Che cosa ha da perdere, che cosa ha da temere, a San Sosti, un giovane che non può dire apertamente quello che pensa dell’operato dei suoi amministratori? Sicuramente c’è il timore di una qualche ritorsione, morale o materiale che sia, ed è altrettanto sicuro che questo timore non è infondato: ritorsioni, intimidazioni, ricatti sono stati usati abbondantemente nella campagna elettorale di cinque anni fa e sono stati il leit-motiv di questa amministrazione, l’arma più usata per cercare di arginare il dissenso alimentato anche dalla modesta, ma precisa e costante, opera di informazione della minoranza. In questi anni ci sono state persone, per esempio, che non sono più venute ad assistere ai consigli comunale perché questo significava (agli occhi di qualcuno) simpatizzare per la minoranza, viste le pessime figure che normalmente faceva la maggioranza; altri sono stati acidamente redarguiti perché avevano stretto amicizia – pensate un po’! – con Vincenzo Oliva; altri (tanti!) sono stati lusingati e ammorbiditi con le perenni promesse di un posto di lavoro… I timori sono, dunque, fondati ma – voglio aggiungere subito – non possono essere assolutamente “giustificati”. Se si vuole cambiare veramente, e se a voler cambiare sono dei giovani che hanno tutto il diritto di costruirsi una vita propria, non si può alimentare l’idea che all’arroganza del potere non vi siano argini da opporre; né si può sperare che altri, al nostro posto, vincano la partita che noi non abbiamo il coraggio di giocare con la nostra faccia. Si sa che qualsiasi scelta comporta dei rischi, ma la conquista o il consolidamento della libertà non hanno prezzo. E se questa libertà la difendiamo e la coltiviamo tutti insieme i rischi si riducono a zero. Con questo non voglio dire che alle prossime elezioni comunali dovremo necessariamente ritrovarci nello stesso schieramento ma, semplicemente, credo che l’affermazione di certi principi abbia una validità universale e sia un fattore di crescita per tutta la collettività.

Mi auguro con tutto il cuore che i giovani sansostesi di oggi siano capaci di creare quel confronto aperto e franco che non è riuscito alla mia generazione, anch’essa risucchiata in gran parte nella girandola dei pregiudizi e degli interessi spiccioli.

 

Vincenzo Oliva

 

P. S. Ovviamente, nelle considerazioni che ho appena esposto non ho tenuto conto di coloro che ricorrono all’anonimato solo perché non saprebbero sostenere con argomentazioni concrete e sufficientemente razionali ciò che dicono, come fa quel gigi che si beve le barzellette del suo venerato sindaco senza sapere (o senza voler sapere) che quelle barzellette il sottoscritto le ha sbugiardate in consiglio comunale e con manifesti pubblici che non sono mai stati smentiti.

Prospettive future per la Scuola dal Comitato Popolare di Alternativa Democratica

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ANNO 2009

COMUNE DI SAN SOSTI

Con l’apertura del nuovo Anno Scolastico il Comitato Popolare di Alternativa Democratica esprime, a tutto il personale che opera nella scuola e a tutti gli studenti, i migliori auguri di un proficuo anno di lavoro.

Rivolge un ringraziamento particolare alla Dirigente Erminia Bruno, che lascia il suo incarico dirigenziale dopo anni di qualificato lavoro.

Grazie, Dottoressa Bruno, per l’impegno e la dedizione profusi, tanti genitori ti saranno riconoscenti per aver inculcato nei loro figli le basi culturali e l’indirizzo morale per la costruzione di un futuro migliore.

Questo Comitato, convinto che il progresso di un Paese passa attraverso la formazione scolastica e la cultura, uniche in grado di garantire successi professionali e autonomia di pensiero, pone come cardine del suo programma lo sviluppo della Scuola, che dovrà concretizzarsi attraverso una sempre maggiore collaborazione con l’Amministrazione comunale, le famiglie e le altre agenzie educative.

Il rapporto tra Scuola e Comune, in particolare, dovrà essere costante, interattivo ed efficace; il Comune sarà al servizio della propria Scuola sempre e comunque, attraverso una continua azione di sollecitazione a “far bene e meglio” e predisponendo in tempo utile mezzi e servizi idonei.

Le Scuole di ogni ordine e grado saranno riqualificate, ammodernate, riallogate e saranno per la nuova maggioranza comunale, dopo le elezioni 2009, il punto di riferimento dell’azione amministrativa.

L’Istituto Tecnico per Ragionieri, ottenuto attraverso l’impegno lungimirante di alcuni uomini del nostro paese, oggi, però, è rimasto monco.

Esso, abbandonato a se stesso, è diventato il fanalino di coda ed un gravoso fardello dell’Istituto Comprensivo di Roggiano Gravina.

Il Comitato Popolare intende continuare l’impegno intrapreso negli anni ottanta, ampliando l’orizzonte culturale attraverso l’integrazione dell’offerta formativa con nuovi indirizzi: tecnico, professionale, scientifico e classico.

In attesa di questo nuovo evento, l’impegno immediato per l’anno scolastico 2009- 2010 sarà finalizzato all’acquisto di mezzi di trasporto capaci di garantire ai nostri ragazzi, con notevole risparmio di tempo e migliore praticità, un più facile collegamento con i plessi scolastici collocati nei paesi vicini.

Buon anno scolastico a tutti.

San Sosti 14/09/2008

IL COMITATO POPOLARE

DI ALTERNATIVA DEMOCRATICA

DIMISSIONI FANTASMA?

Mi sembra opportuno intervenire sulle (presunte) dimissioni del consigliere comunale Capalbo e precisare – per dovere di cronaca – quanto segue.
Sono ormai quattro giorni che la sua lettera è stata pubblicata su questo sito, ma agli atti del Comune di San Sosti non esiste nulla.
Nel corso del Consiglio Comunale tenutosi  il 1° settembre  il sindaco non ha comunicato alcunché ai consiglieri presenti, e si comprende anche il perché di un tale silenzio: a distanza di circa tre mesi dalle “strane dimissioni” del vicesindaco Cundari è certamente imbarazzante – per un sindaco – ricevere anche le dimissioni del proprio capogruppo! Si aggiunga, pure, che mancano ormai pochissimi mesi per le prossime elezioni comunali…
Ma neppure si può deprecare senza  attenuanti quello stesso silenzio, se è vero – come ci è stato detto negli uffici comunali – che la lettera di dimissioni è stata inviata al sindaco solo per e-mail.
L’amministrazione comunale di San Sosti (che, peraltro, non è dotata di posta elettronica certificata) ha tutto il diritto di ignorare una lettera senza firma autografa che potrebbe essere facilmente e incontestabilmente disconosciuta dal presunto mittente.
Se, dunque, l’e-mail è autentica perché non è stata seguita dal documento cartaceo firmato (recapitato personalmente o con raccomandata ordinaria) in modo da garantirne la registrazione al protocollo dell’ente? Si è trattato di semplice leggerezza e inadeguata conoscenza della procedura formale, oppure è una distrazione… “mirata”?
Come si suol dire: ai posteri……
Posso solo aggiungere che – a norma di legge e di regolamento – le dimissioni di un consigliere comunale sono efficaci ed irrevocabili già nel momento in cui vengono assunte correttamente al protocollo generale, perciò il sindaco non deve neppure “accoglierle” (come chiede il consigliere in argomento). A parte il fatto che il destinatario ultimo della comunicazione delle dimissioni è il Consiglio Comunale e non il sindaco!

Vincenzo Oliva

Lettera di dimissioni del Consigliere Prof. F.Capalbo

Cosenza  1 settembre 2008 ore 8,30

Al Sindaco del Comune di San Sosti

  • p.c. Consiglio Comunale del Comune di San Sosti

Signor Sindaco,

motivi strettamente personali mi impediscono di poter svolgere, compiutamente, il mio mandato elettorale.
La prego pertanto di voler accogliere le mie irrevocabili dimissioni e di comunicarle, in data odierna all’intero Consiglio Comunale.
E’ appena il caso di sottolineare, a scanso di strumentalizzazioni, che esse non sono assolutamente correlate all’argomento che oggi si dibatterà nell’assise comunale.
Il consigliere Pietro Aragona gode della mia stima per il lavoro svolto in qualità di Assessore e merita di essere riconfermato quale unico rappresentante del Comune di San Sosti nell’Ente comunitario montano.
Da encomiare altresì è il lavoro che nello stesso Ente hanno svolto, in tempi successivi, i consiglieri designati dalla minoranza Giuseppe Guaglianone ed Enedino Zicarelli.
E’ auspicabile che il loro slancio giovanile possa nel prosieguo essere tesaurizzato, abbattendo muri di artificiose incomunicabilità, perchè l’unico in grado di garantire elementi di innovazione, di equilibrio e di professionalità in un contesto non solo amministrativo che brama di essere rinnovato sopratutto culturalmente.

Con i migliori saluti,

Francesco Capalbo

ELEZIONI COMUNALI 2009 – SAN SOSTI (CS)

In occasione della ricorrenza dello “Strappo del Piano della Fiera” ci prepariamo ad assistere, ancora una volta, allo svolgimento della Fiera sradicata dal luogo in cui si è formata spontaneamente, da oltre un secolo, per essere soffocata in una apparente “zona fieristica” destinata a manifestazioni d’altro genere e tenore.
I risultati del prepotente ed autoritario cambiamento sono sotto gli occhi di tutti e tutti possono giudicare se vi siano e quali siano stati i vantaggi.
Intanto il commercio avviato lungo via Piano della Fiera è stato cinicamente impoverito e offeso mentre una tradizionale fiera di strada è stata snaturata e sempre più ridotta a mercatino rionale.
Ma la Fiera non è l’unica immagine di una comunità visibilmente in depressione.
Il dramma che questo Paese sta vivendo giorno per giorno non lo sopporteremo ancora per molto!
Giunti ad un anno dalle prossime consultazioni comunali, ribadiamo ai cittadini con un residuo di speranza che questo Comitato Popolare è prossimo a scendere in campo con una Lista Civica d’alternativa, il cui programma, che verrà presentato nel prossimo mese di settembre 2008, contempla al 1° punto all’ordine del giorno del 1° Consiglio Comunale Rinnovato:

“Il Ripristino della tradizionale Fiera del Pettoruto nel suo naturale luogo d’origine”

IL COMITATO POPOLARE

DI ALTERNATIVA DEMOCRATICA

Deliberazione del Consiglio Comunale per la realizzazione del parco eolico

E’ riportata di seguito la copia, in originale, inviata dal Vicesindaco Paolo Cundari, della Deliberazione del Consiglio Comunale per la realizzazione del parco eolico.

Come liberare l’idea di partecipazione dalla sua prigione … di silicio

Caro Raffaele,

dalla lettura degli articoli apparsi sul tuo giornale (anche di quelli più sciroccati), emerge in maniera innegabile una prorompente voglia di dibattere e partecipare.

Anch’ io credo che essa sia inibita, ma per cause e problematiche più complesse di quelle che mi è capitato di leggere sul tuo giornale.

Dissento pienamente con quanti reputano che le vicende amministrative da sole possano spiegare lo stallo del dibattito politico che, obiettivamente, impoverisce le potenzialità del nostro paese.

Penso, invece, che mancando i luoghi fisici, come ad esempio le sezioni di partito, nei quali la volontà di partecipazione possa esprimersi, essa rimane attesa digitale intrappolata tra i bit della Rete.

A questa constatazione non si sottraggono i più grandi partiti che, essendo strutture eteree, prive di una loro fisicità, di un gruppo dirigente e di regole condivise, sono evanescenti!.

E c’è poco da trastullarsi !

Se non si rianima con urgenza e gesti conseguenti la forma partito, la politica sarà sempre di più monopolio di singoli o di sparuti gruppi, che magari si sostituiscono ad altri singoli e ad altri gruppi, a Roma come a San Sosti.

E’ da questa constatazione che bisogna ripartire!

Si deve cercare di ricreare insieme delle strutture di partito dove il desiderio di far politica possa trasformarsi in forme mature di partecipazione.

Quando c’erano i partiti che hanno fatto la storia dell’ Italia Repubblicana (il Partito Comunista, la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista) a nessuno veniva in mente, se non per sfidare l’allora comune senso del pudore[1], di autocandidarsi a sindaco[2].

Improponibili erano inoltre le cosiddette candidature per continuità (il nocciolo forte di una maggioranza,la giunta, che si candidava a succedere a se stesso).

Le candidature e le alleanze scaturivano da un processo di selezione rigoroso, interno ai partiti, al quale tutti i militanti partecipavano in serate e serate di vivaci discussioni.

Io mi auguro che per le prossime elezioni le candidature (così come le alleanze ed i programmi) siano dibattute e proposte dai partiti che a tal punto risulterebbero nobilitati ed in percepibile evoluzione dopo la pur importante stagione dei gazebo.

La ritrovata centralità dei partiti, e degli accordi tra di essi, permetterebbe inoltre di sottrarre la scelta degli assessori all’alea di una guerra in cui i candidati di una stessa lista gareggiano come formichine fameliche, per una preferenza in più.

Tale logica esasperatamente competitiva,rilasciando le sue tossine nel tempo, è così dannosa da non permettere, neanche a competizione elettorale conclusa, l’instaurarsi di un clima di collaborazione tra i membri di una stessa compagine.

Ma se è vero che i partiti non esauriscono il complesso argomento della partecipazione anche in una piccola comunità, Comitati e Movimenti alla stessa stregua dovrebbero sentirsi obbligati, ove partecipassero alla prossima competizione amministrativa, ad indicare ai militanti le modalità con le quali essi potranno “entrare” nel dibattito, nonché il luogo fisico dove esso si svolgerà e le regole con le quali si potrà monitorare in itinere il Programma ed eventualmente correggerlo o apportarvi suggerimenti.

Solo così si identificano pienamente le responsabilità di quanti verranno candidati e si libera la passione per la partecipazione dalla sua attuale prigione… di silicio.

Nel frattempo accettiamo gli inviti che l’amico Pietro Bruno,con molto senno, ci rivolge e chiediamoci cosa possiamo fare per perseguire obiettivi comuni.

Evitiamo che una esasperata vis polemica tutta strutturata nella testa di noi sansostesi impedisca, di trasformare in gesti conseguenti le buone intenzioni di cui tutti siamo animati.

P.S.

All’ex consigliere Tommaso Malfona, mi permetto di dire che condivido assolutamente quanto afferma e cioè che “i politici sono come i pannolini… vanno cambiati spesso e per lo stesso motivo”.

Con deferenza, allo stesso voglio ricordare che una giudiziosa norma igienica e anche di… marketing, impone in maniera altrettanto categorica, che i pannolini smessi da tempo, non siano più millantati come nuovi.

Con immutata stima

Francesco Capalbo


[1]All’epoca il comune senso del pudore aveva confini ben definiti .

[2]Ha ragione Luigi Fiore ad affermare che “per le elezioni comunali del prossimo anno, sono già molti i virtuali candidati alla carica di sindaco ed altri ancora ce ne saranno !”.


Una discesa cinica nel baratro dell’insensibilità.

Il capogruppo di minoranza riferisce in un suo esegetico[1] scritto dal titolo: “I sassi nello stagno”, di essere stato aggredito verbalmente mentre faceva nel consiglio comunale del 30 maggio, una semplice e garbatissima considerazione sulle assenze di un consigliere, invitandolo a un maggiore impegno.

Il riferimento era alla mia persona e a tal proposito rispondo, con pudore, di essere stato assente per gravi e risaputi motivi familiari.

Comunque, mentre era prevedibile che non ricevessi dal predetto consigliere parole di solidarietà, mi ha sorpreso constatare che sulle mie assenze imbastisse una spregevole operazione di sciacallaggio.

L’espressione “bilioso” uscita dalla mia bocca è frutto della reazione di chi ha appena constatato come, da alcune parti, venga concepito lo scontro politico: una sorta di combattimento da ascari e una cinica discesa nel baratro dell’insensibilità.

Sento il dovere di puntualizzare tutto ciò, essendo stato personalmente chiamato in causa, dalle pagine di questo giornale.



[1] Questa volta l’attività esegetica è rivolta verso quanto scrive Pietro Bruno.

Francesco Capalbo