50° di Sacerdozio

50° di Sacerdozio
Giubileo Sacerdotale
di Mons. Prof. Carmelo Perrone

14-21 agosto 1960
14-21 agosto 2010

Introduzione

In questo giorno di festa per tutti, vogliamo presentarvi la storia della vita di un nostro concittadino. Ve la raccontiamo senza alcuna pretesa di tecnica o di arte, ma semplicemente col cuore e con gratitudine, così come l’abbiamo potuta raccogliere da alcune testimonianze e dalla sua stessa voce; in semplicità, così come egli stesso l’ha vissuta.

E’ la storia di mons. Carmelo Perrone, nostro Parroco, che oggi ricorda l’anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale ed in particolare il suo 50° di Sacerdozio. (14 agosto 1960 – 14 agosto 2010)

Questa storia, bella e affascinante, inizia a San Sosti e si snoda, attraverso gli anni, tra Bisignano, San Marco Argentano, Reggio Calabria, Catanzaro, Roggiano Gravina, Cerzeto, Roma, il Santuario del Pettoruto, arriva fino all’estero, e si conclude a San Sosti, chiudendo un cerchio di esperienze e di crescita, umana e spirituale. Una vita dedicata al Signore, nella fedeltà alla Chiesa e al servizio di tanta gente, a cui ha dedicato il suo impegno pastorale, per trasmettere a tutti i doni di Dio.

Colpisce, tra le tante espressioni di emozione condivise da mons. Perrone, una frase in particolare: “Non importa la mia vita, e come l’ho vissuta; quel che conta è che ho operato sempre con retta intenzione e mi sono sforzato, per quanto mi è stato possibile, con la mia attività, la mia parola, la mia evangelizzazione e il mio apostolato, di testimoniare l’amore e la misericordia di Dio, che con me è stato davvero grande”.

E di questa vita, oggi, con gioia e gratitudine, ne ripercorriamo i tratti più importanti, ricostruendoli grazie ai racconti, ai ricordi e alle testimonianze raccolte.

Nascita e fanciullezza – Tempo di Seminario

Era il 27 agosto 1935, di mercoledì, alle ore 5.30, quando veniva alla luce il piccolo Carmelo, penultimo di sei figli di papà Giuseppe Perrone e mamma Angela Maria Borrelli. Un paffuto bambino, bello come l’azzurro del cielo, con occhi grandi e profondi, davvero era la gioia di mamma e papà. Ed era la gioia anche di tutte le ragazze e mamme del vicinato, che si passavano di braccia in braccia il piccolo “Meluccio”, e come con ogni bambino se lo mangiavano di baci e carezze.

Oggi una anziana signora, allora giovane donna che abitava nel vicinato, racconta, che in un giorno di festa portò il pargoletto in Chiesa. Durante la predica l’allora amabile parroco mons. Giuseppe Cauterucci, infastidito dal sillabare a voce alta del piccolo Meluccio, rimproverò la giovane donna dicendole: “Rosina, o io o lui, dobbiamo predicare”. Che fosse una profezia? Certamente sì, perché, dopo molti anni, da quello stesso altare e da quello stesso ambone, proprio quel piccolo concorrente del parroco, divenuto Sacerdote, sarebbe stato annunziatore di Cristo e del suo Vangelo.

Il tempo della sua fanciullezza non fu facile: tempo triste della seconda guerra mondiale, tempo di crisi, sei figli da crescere, in una famiglia che per alcuni anni fu privata del papà, che si trovava in Africa, prigioniero di guerra.

La saggezza della mamma Angela Maria, però, timorata di Dio, con il suo lavoro di sartina, la sua tenacia, la sua forza e nello stesso tempo la sua dolcezza e amabilità, riesce a dare una sana educazione ai figli e a crescerli belli e robusti. Mentre il lavoro del papà Giuseppe, barilaio-bottaio, puntuale e pieno di sacrifici, era un’ottima collaborazione e fonte delle giuste entrate necessarie alla famiglia.

In questo ambiente, dove predomina il buon esempio e la testimonianza dei genitori, la fede e la preghiera, nasce la vocazione al sacerdozio del piccolo Carmelo. E infatti, un bel giorno, dice alla mamma di volersi fare sacerdote. Gli occhi di mamma Angelina si inumidiscono di lacrime e da quel giorno custodisce gelosamente nel suo cuore la meravigliosa notizia e prega incessantemente perché il Signore la faccia diventare realtà.

Già in quinta elementare, in un tema dato dalla sua insegnante Ada Diurno, dalla traccia: “Che cosa vuoi fare da grande?”, aveva scritto: “Da grande voglio fare il prete”.

La sua fanciullezza, a causa della ristrettezza dei tempi, era trascorsa non nei balocchi, ma nella rinunzia delle cose più semplici. Era lui stesso, che con i piccoli suoi amici e compagni, inventava semplici giochi, come la collezione dei maggiolini, dei vetrini colorati, dei bottoni, “i nimeddri”, il gioco del cerchio, il piccolo carretto, le piastrelle, la piccozza (“u rutiddru”), “trugliu e paletta” ecc.; tutti giochi che acuivano l’intelligenza dei piccoli e non costituivano sprechi di soldi da chiedere alla mamma.

Ma il suo passatempo preferito, pur essendo un ragazzo vivacissimo, era  il servizio di “chierichetto” in Chiesa, il “ministrante” di oggi, servire all’altare e apprendere le prime nozioni di Liturgia dal parroco don Francesco Amoroso, e  soprattutto dal suo amatissimo don Luigi Malfona. E tutto questo, gli servì così tanto che, entrato in Seminario a Bisignano, a 12 anni, il 13 ottobre 1947, il Rettore mons. Orlando Ammirato gli affidava la custodia e il servizio della Cappella, compito che portò a compimento con puntualità e responsabilità.

Per entrare in Seminario si preparò nell’ultimo anno delle scuole elementari in maniera intensa; per superare l’ammissione al ginnasio, fu seguito in maniera magistrale dal  maestro Luigi Scilingo, che,  proprio perché il piccolo studente si avviava agli studi classici e per giunta in Seminario, gli fece studiare l’Analisi Logica. In pochi mesi imparò a memoria l’intero testo di Campanini e Carbone. E quell’Analisi Logica gli consentì di seguire gli studi successivi con successo, diventando un latinista provetto. Il Vescovo del tempo Mons. Michele Rateni, paternamente compiaciuto, andava in  Seminario a correggere le sue versioni e traduzioni latine, per dargli di suo pugno, con la matita blu, i massimi voti.

Questo il curriculum dei suoi studi:

  • Primo e secondo ginnasio nel Seminario Vescovile di Bisignano, la città della riva destra del Crati, dai sette Colli.
  • Terzo, quarto e quinto ginnasio nel Seminario Vescovile di S. Marco Argentano, la città del Guiscardo.
  • Consegue la Licenza Liceale nel Pontificio Seminario  Regionale Pio XI, sulla collina di S. Sperato, della città, olezzante di bergamotto e zagara, dello Stretto, Reggio Calabria.
  • Compie il quarto anno filosofico e il suo Corso di Teologia nello Studio Teologico del Pontificio Seminario Teologico di Catanzaro, voluto dal Papa S. Pio X, come dono ai Calabresi. Il Corso di Teologia lo supera in maniera brillante. Nello stesso Seminario  consegue il Baccalaureato in Teologia.
  • Ordinato Sacerdote, il suo compianto Vescovo, Mons. Luigi Rinaldi, allora Delegato dalla CEC per gli studi del Seminario Teologico di Catanzaro, vuole che completi i suoi studi a Roma, dove consegue la Licenza in Teologia Dommatica alla Pontificia Università Urbaniana  e la specializzazione in Catechetica e Teologia Pastorale alla Pontificia Università del Laterano.
  • Infine per la sua passione musicale, era già stato organista e maestro di Cappella del Coro polifonico del Seminario di Catanzaro, ha conseguito il Diploma di Teoria e Solfeggio e il quinto anno di pianoforte nel Conservatorio Musicale S. Pietro a Maiella di Napoli.

La  conoscenza della musica e di alcuni strumenti musicali gli sono stati poi, nel tempo molto utili, specialmente nella sua  attività pastorale. Con la musica attira i giovani, fonda sia a Cerzeto che a San Sosti, due complessi musicali. Era il tempo in cui questi cominciavano a nascere dappertutto, “i cantautori”, “gli urlatori”, e il giovane parroco ne fu precursore. Il suo complesso musicale dei giovani di Cerzeto si classifica nei primi tre posti in un concorso musicale a Cefalù in Sicilia e il complesso di San Sosti, dal nome emblematico “I Te Deum”, strutturato con molti elementi musicisti, tra cui uno con il tipico e famoso organo “Hemmont”, in quel tempo il non plus ultra degli strumenti musicali a tastiera, raggiunge elevati traguardi, partecipando a gare e concorsi vari.

Ma il più grande traguardo  in ambito musicale, don Carmelo lo ha raggiunto con la fondazione del Gruppo folkloristico, “Il Coro di  Voci Bianche” di San Sosti, composto da circa quaranta ragazzi, vestiti nel tipico costume sansostese. Questo gruppo è stato vincitore, per ben due anni consecutivi, al Concorso Nazionale dei Presepi, che si è svolto ad Acquappesa, vincendo la Coppa del Primo classificato. Successivamente grande successo ha ottenuto quando si è esibito in un celebre spettacolo di danza, nel famoso e antico  Teatro “Rendano” di Cosenza. Ancora una volta è la prova che col canto e la musica si cantano le glorie di Dio certamente, ma si  può fare anche apostolato.

Ben noto a tutti è la sua passione per le Sacre Rappresentazioni, come quella della “Tragedia di Cristo”, con un testo tradizionale sansostese in rima popolare, riveduto da don Carmelo successivamente con un nuovo testo in prosa e il “Presepe Vivente”, svolto per le vie del paese per più anni con grande successo. Le Sacre Rappresentazioni sono state realizzate  con le filodrammatiche Parrocchiali di giovani, che si sono succedute nei vari anni. E per ultimo con un gruppo di amici fonda il Carnevale Sansostese negli anni settanta e successivamente la Pro-Loco, Ente che poi con i successivi responsabili è diventato comunale, provinciale e regionale.

La sua Ordinazione Sacerdotale

Ma tra tanti eventi, il giorno fondamentale e sicuramente il più bello della vita di mons. Carmelo Perrone è il 14 Agosto 1960. E’ la  vigilia della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, una splendida domenica della calura estiva, nella quale il neo candidato, prostrato per terra, sotto l’azione dello Spirito Santo, viene unto e consacrato dal Vescovo Sua Ecc. Mons. Luigi Rinaldi. Sotto le volte della gotica chiesa Cattedrale di San Marco Argentano si elevano le note del canto del “Veni Creator Spiritus”, mentre le mani del neo Sacerdote sono consacrate con l’unzione del Sacro Crisma, profumato di balsamo.

Erano presenti i genitori, i parenti, gli amici dell’eletto, con una partecipazione di un folto gruppo di paesani sansostesi e una folla di fedeli oranti e osannanti. La solenne celebrazione termina con l’abbraccio augurante del Vescovo al festeggiato e il bacio delle palme delle mani di tutti i partecipanti, primi fra tutti il papà e la mamma, che, in un trasporto di amore e di venerazione al figlio Sacerdote, si prostra a baciargli i piedi e poi le mani: era, si, il figlio, ma per lei era il figlio Sacerdote.

Altra data importante è stata la domenica successiva alla sua ordinazione, il 21 agosto, giorno in cui il neo sacerdote celebra la sua Prima Messa nel suo paese, così come previsto nel vecchio ordinamento liturgico, nella chiesa dove era stato battezzato e dove aveva ricevuto la chiamata del Signore, la vocazione al Sacerdozio.

Se alla celebrazione della Ordinazione c’erano tanti compaesani, il 21 agosto è tutto il paese che, con grande entusiasmo, accoglie il Novello Sacerdote. San Sosti è in festa, imbandierata e addobbata in tutte le vie e le piazze, con musiche e canti, la Banda Musicale, le Scuole e le Associazioni, le autorità e il popolo tutto, un grande e corale Hosanna. Un lungo corteo dall’ingresso del paese, dove don Carmelo arriva in una sontuosa macchina, si avvia verso la chiesa, dove il Novello Sacerdote celebra la sua Prima Messa e fa il suo primo discorso.

Ma da dove proveniva tutto questo entusiasmo?

– Dalla lunga attesa di questo giorno. Gli anni di preparazione al sacerdozio in seminario sono lunghi. San Sosti seguiva gli studi del giovane studente e si interessava alla sua formazione, mentre rimaneva in trepida attesa.

– Dall’affetto che il paese aveva per questo giovane, che partito ragazzo da casa, ora ritornava sacerdote.

– Dalla gioia di amorevole possesso, era un Sacerdote che apparteneva a San Sosti, alla comunità, a una famiglia di San Sosti.

– Infine dal fatto che dall’ultima ordinazione sacerdotale a San Sosti erano passati ben sessant’anni. Molti durante gli anni erano stati i candidati al Sacerdozio e gli studenti in Seminario, ma nessuno aveva raggiunto la meta, tutti si erano perduti durante la difficile strada e avevano lasciato il Seminario. Bisogna risalire agli anni dei carissimi Sacerdoti di San Sosti  e cioè ai fratelli don Luigi e don Francesco Malfona, don Ciccio il tenore, come lo chiamavano affettuosamente, e a don Pasquale Guaglianone.

La sua attività di Docente

L’attività di docente di mons. Perrone gli ha permesso di vedere crescere e maturare persone e vocazioni:

  • Professore nel Seminario Diocesano di S. Marco Argentano.
  • Docente di Educazione Musicale nella Scuola Media di Cerzeto.
  • Docente di Religione nell’Istituto Agrario prima, nell’ I.T.I.S. e nel Liceo Scientifico di Roggiano Gravina, dopo; nella Scuola Media di S. Donato Ninea e infine nella Scuola Media e nell’Istituto per Ragionieri di San Sosti.
  • Ma si è distinto particolarmente nella Docenza nel Pontificio Seminario Regionale di Catanzaro, dove insegnò per ben dodici anni scolastici consecutivi.

La sua attività spirituale e pastorale

La sua attività spirituale e pastorale inizia subito dopo l’Ordinazione Sacerdotale, perché dal Vescovo viene assegnato a vice-parroco di don Francesco nella sua San Sosti. Inizia il suo impegno pastorale con entusiasmo e vivacità, buttandosi a capofitto nelle programmazioni, specialmente per i giovani, perché questa doveva essere la sua destinazione definitiva.

Ma questo suo impegno viene improvvisamente interrotto dopo appena sei mesi. Il Vescovo, infatti per  esigenze pastorali, lo trasferisce a Roggiano Gravina, come vice-parroco di don Angelo Mazzia e da qui viene nominato subito parroco di Cerzeto. Questa fu per lui una sede disagiata e difficile, mancante di tutto. Ma il solerte parroco non si prese pause e si mise subito all’opera. Il piccolo paese diventa così un cantiere di lavoro. Termina il restauro della Chiesa, già iniziato dal compianto Don Valentino Capparelli e la riapre al culto. Riapre l’Asilo per i bambini, con le Suore, e restaura la Casa Canonica, che diventa sua abitazione stabile, dopo aver girovagato tanto e fatto il pendolare da San Sosti per più mesi con il giovanile mezzo di allora “la Vespa”.

Ma il suo impegno più importante è stato il lavoro tra i giovani formati in parrocchia e aiutati negli studi, e molti di loro, oggi ormai papà e professionisti affermati, lo ricordano ancora con affetto e lo cercano con gratitudine.

Mentre l’operato a Cerreto dava importanti frutti, si prospettava già il suo trasferimento definitivo a San Sosti, perché il suo Vescovo Mons. Luigi Rinaldi, che nel frattempo cominciava ad apprezzarlo, tanto che gli fece conferire giovanissimo l’Onorificenza Pontificia di Cappellano di Sua Santità Paolo VI, voleva che lavorasse al Santuario del Pettoruto, assieme a don Francesco Amoroso. Infatti lo nominò parroco di Policastrello, con residenza a San Sosti, vice-parroco a San Sosti e in aiuto a don Francesco Amoroso nel lavoro al Santuario.

E in questo lavoro soprattutto si distingue, confortato e sostenuto da tre vescovi straordinari: Sua Ecc. Mons. Luigi Rinaldi, Sua Ecc. Mons. Enea Selis e Sua Ecc. Mons. Augusto Lauro. Fa raggiungere al Santuario brillanti traguardi, la ricostruzione, la sua elevazione a Basilica Minore da Sua Santità Giovanni Paolo II, l’inclusione negli itinerari giubilari del 2000, i grandi lavori del “Giubileo 2000”, l’elevazione a Santuario Regionale e per ultimo il Gemellaggio del Santuario del Pettoruto con il Santuario Internazionale di Fatima, proiettandolo così a traguardi internazionali.

Ed ecco spiegato il precedente riferimento a Fatima, perché le più importanti tappe della sua vita sono state protette e tracciate dalla Madonna di Fatima, verso cui ha una particolare devozione e a Fatima spesso si reca per attingere, a quella fonte eminentemente spirituale, la forza e l’ energia necessarie per andare avanti.

Il 21 febbraio 1989 muore Mons. Francesco Amoroso e don Carmelo rimane nel suo ruolo al Pettoruto, ma come collaboratore di Mons. Giovanni Tiesi, che nel frattempo era stato nominato Delegato Vescovile per il Pettoruto. E infine nel 2000 lascia il suo ruolo di Amministratore per assumere la missione pastorale di Rettore dello stesso Santuario, con  nomina del nuovo vescovo Mons. Domenico Crusco.

Rimane da ricordare in poche linee l’ultima e importante attività spirituale e pastorale di Don Carmelo e cioè i suoi 25 anni di Parroco, a San Sosti, nella Parrocchia di S. Caterina V. M. Il 6 giugno 1986, su nomina del Vescovo Mons. Lauro inizia il suo lavoro nella nostra parrocchia. Qui instaura e imposta un nuovo lavoro e programma pastorale, prediligendo soprattutto una pastorale specifica con i gruppi ecclesiali, specialmente l’Azione Cattolica, che diventa la più numerosa della Diocesi, il Gruppo di Preghiera di P. Pio, il Gruppo Rinnovamento nello Spirito. A questo scopo allaccia simpatiche e importanti relazioni con alcuni Gruppi di Milano, con i quali ha degli entusiasmanti  scambi. Cura in maniera particolare lo splendore della Liturgia, il canto liturgico, che ritiene indispensabile nelle celebrazioni sacre e per questo istituisce il Coro “Cantate Domino”. Consolida particolarmente il Gruppo per la Catechesi in Parrocchia, formando laici seri e responsabili, catechisti, ministri straordinari dell’Eucaristia, istituisce il Gruppo dei “Servi Inutili” per la cura e il decoro della chiesa. Non trascura l’assistenza agli ammalati e agli anziani, specialmente se soli e l’organizzazione del volontariato. A questo proposito, aiutato da alcuni solerti collaboratori, istituisce la Confraternita delle “Misericordie”, la cui autonomia è stata legalmente riconosciuta dalla Sede centrale di Firenze. Oggi la Misericordia, dotata di due ambulanze, ha raggiunto alti livelli di organizzazione, di soccorso e assistenza.

Restaura e riapre al culto la Chiesa del Carmine, piccolo gioiello amato dai Sansostesi per la loro devozione alla Madonna del Monte Carmelo. Restaura la chiesa Madre di S. Caterina V.M., riportandone l’interno a grande splendore con la nuova pittura e gli stucchi in oro, l’illuminazione con tecniche che favoriscono il raccoglimento, la ristrutturazione del presbiterio e la realizzazione della bellissima Cappella del Santissimo Sacramento. Il tutto è arricchito di splendidi mosaici, specialmente nel nuovo ambone e nella imponente sede del presidente dell’assemblea. La chiesa è stata riaperta al culto il 25 aprile 2008 con una solenne concelebrazione e riconsacrazione della mensa e dell’edificio sacro, in una giornata indimenticabile e alla presenza di autorità civili, militari, religiose e tutto il popolo festante e osannante.

Durante il suo intenso lavoro pastorale ebbe due obiettivi particolari, che costituirono il suo continuo assillo, e cioè: l’attenzione e l’assistenza ai vicini, ma anche una grande attenzione ai lontani e cioè a quei sansostesi che negli anni cinquanta e sessanta soprattutto, per motivi di lavoro o di ricongiungimento con la famiglia, sono emigrati in Italia o all’estero. E così iniziano i suoi viaggi per visitare i nostri compaesani nella loro nuova residenza e confermarli nella loro devozione alla Madonna del Pettoruto. E’ stato infatti sempre molto commovente e importante constatare che i sansostesi nei luoghi dove sono emigrati hanno portato le loro tradizioni popolari a cui non hanno mai rinunziato, ma soprattutto hanno portato il culto e la devozione alla Madonna del Pettoruto. Mai hanno cancellato dalla loro mente e dal loro cuore la gola del Pettoruto, il fiume Rosa e la sacra montagna con il suo Santuario e la cara Madonnina scolpita nella roccia.

Si reca così in Liguria, in Piemonte, in Belgio, in Germania, in Francia, dove visita decine e decine di numerose famiglie di San Sosti. Soprattutto visita le trecentocinquanta famiglie di San Sosti a Bra, dove, incontrando le autorità civili e religiose, getta le basi per la realizzazione di un gemellaggio, che in seguito le autorità politiche di San Sosti perfezioneranno con le autorità di Bra.

Ma si reca anche nelle Americhe del Sud e del Nord e finanche in Messico. Le sue mete preferite sono state  S. Paolo del Brasile, Gustine,  Los Banos e S. Francisco in California, dove trova le statue della Madonna del Pettoruto, Chicago e New York, Toronto e Montreal. Ma soprattutto si reca più volte a S. Isidro di Buenos Aires, dove risiede il nucleo più grosso di famiglie sansostesi e dove ogni prima domenica di settembre si celebra la festa della Madonna del Pettoruto. A questo scopo in uno dei suoi viaggi in Argentina ha portato dall’Italia una statua della Madonna del Pettoruto, scolpita a Roma e lasciata a S. Isidro in suo ricordo. Furono viaggi di importanti incontri, di grandi trionfi, feste e solennità.

La preoccupazione più importante per Don Carmelo era quella di incontrare i nostri compaesani all’estero, certamente, ma soprattutto di confermarli e assisterli nella conservazione della  fede e delle tradizioni, che per loro sono di per se già fortissime.

Fu amico di Vescovi, Nunzi del Vaticano e Cardinali, uno fra tutti Sua Eminenza Sergio Pignedoli, a cui lo presentò il suo grande amico, l’Arcivescovo Sua Ecc. Enea Selis, in occasione della supplica, richiesta al Santo Padre per l’elevazione a Basilica Minore del Santuario. Don Carmelo lo accolse più volte al Pettoruto e molte più volte andò da lui a Roma, sempre paternamente e amabilmente accolto. Ma anche le Eminenze Opilio Rossi, Oddi, Arinze, Gagnon e il compianto Pio Laghi, che gli fece ottenere, come dono dal Gran Maestro dell’Ordine, l’onorificenza di Cavaliere di Malta, di cui era Protettore e Delegato Pontificio, e la Croce “Pro Piis Meritis” dell’Ordine al Merito Melitense.

Ma la conoscenza e l’amicizia di personalità ovunque, oltre ad avergli sempre riconosciuto grandi meriti, gli hanno anche permesso di ottenere il conferimento dell’Onorificenza dell’Ordine di S. Uberto di Lorena e del Barrois, con nomina a Cappellano Maggiore e Cavaliere di Gran Croce di Grazia, e Cavaliere dell’Ordine di S. Antonio di Lisbona. Membro dell’Accademia Tiberina di Roma e della Legion d’Oro, è stato insignito del Premio Nazionale del Lavoro di Torino e di Medaglia d’Oro del Club 2000 di Roma.

La personalità di don Carmelo non ha certo bisogno di maestosi elogi, la volontà di menzionare questi riconoscimenti, infatti, ha il solo scopo di dare notizie esaurienti ed il più possibile complete della vita di chi ha trascorso così brillantemente i suoi cinquant’anni di sacerdozio.

Incarichi in Regione e in Diocesi

Molteplici sono sempre stati gli incarichi in Regione e in Diocesi:

·                    Membro del Consiglio Presbiterale Nazionale

·                    Segretario del Consiglio Presbiterale Regionale

·                    Membro del Collegamento Nazionale del Santuari Mariani d’Italia

·                    Delegato della Conferenza Episcopale Calabra (CEC) per i Santuari della Calabria

·                    Assistente Diocesano di Azione Cattolica, di cui è stato Vice-Assistente con Mons. Ernesto Scarfoglio.

·                    Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano.

·                     Delegato vescovile per il centro diocesano delle Aggregazioni Laicali.

Infine aggiungiamo un’ultima nota

Don Carmelo è anche un giornalista pubblicista esperto, iscritto all’Albo dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, scrive su molte riviste e giornali, soprattutto l’Osservatore Romano, ha pubblicato parecchi libri ed è Direttore Responsabile del Periodico “La Voce del Pettoruto”. E’ collaboratore di parecchie riviste, come “Studi e Testi” di Milano, “Parola di Vita” di Cosenza, “Vivarium” del Seminario Teologico di Catanzaro, è stato uno dei redattori della pagina della Diocesi di S. Marco Arg. di “Avvenire”, sotto la guida sapiente di  Mons. Lauro. Ha pubblicato “Le tradizioni Popolari” – “Le Maschere di San Sosti” – “I dodici mesi dell’anno”- ed. Fasano, Cosenza. “Storia preghiere e canti”, Ed. E. C. M., Cosenza. “Santuario Maria SS.ma del Pettoruto”, Ed. Marconi, Genova. “Storia Religiosità Popolari Tradizioni e Pellegrinaggio”, Ed. TS, Settingiano, CZ.

Fine

Amabile con chi lo conosce o gli sta vicino, molti sono i suoi figli e figlie spirituali sparsi ovunque, accogliente e ospitale, ordinato e distinto nei tratti, umile e disposto al servizio in ogni momento, colto e dotato di carismi particolari nella predicazione e nelle azioni liturgiche, specialmente nella Santa Messa, forte nell’amicizia e solidale con tutti, don Carmelo è il Pastore amato dal suo popolo, pertanto gli auguriamo di voler dare a tutta San Sosti il suo caloroso  servizio  ancora per lunghissimi anni.

INVITI

La Madonna Pellegrina
dal Pettoruto a San Sosti
7 agosto 2010

E

50° di Sacerdozio di
Mons. Carmelo Perrone
14 – 21 agosto 1960-2010

“Io vi ho scelto dal mondo e vi ho costituiti
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga”. (Gv 15,16-19)

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1° invito (Rivolto a tutti i Parrocchiani. Don Carmelo vuole vivere questa giornata e questo ricordo della sua Ordinazione sacerdotale solo, con i suoi parrocchiani e paesani e insieme a loro gioire e ringraziare il Signore. Desidera una festa popolare. )

SABATO 14 E 21 AGOSTO 2010
ricorre il 50° ANNIVERSARIO del mio SACERDOZIO
Con gioia vi invito a ringraziare con me il Signore e a  partecipare alla SANTA MESSA che si celebrerà
NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI “S. CATERINA V. M. ” alle ore 11.00
Un abbraccio  Vostro DON CARMELO
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La Parrocchia fa festa al suo Parroco e porge
un omaggio a un lungo e costante impegno pastorale
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9.30 raduno nella chiesa di Piazza Carmine e corteo verso la Chiesa di S. Caterina V. M.
11.00 Celebrazione Solenne della S. Messa  (il 21 agosto presiede la Concelebrazione S. Em.
il Card. Hummes Claudio Prefetto della Sacra Congregazione del Clero)
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Pomeriggio e serata danzante e gioiosa in Piazza Minervino
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Il 14 agosto dopo la Sacra Celebrazione sarò lieto di accogliervi nell’Hotel S. Croce
per un rinfresco in semplicità e fraternità

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2° invito (E’ un invito ai Confratelli Sacerdoti)

In occasione del mio 50° di Sacerdozio
ho la gioia di invitarti a ringraziare con me il Signore
e a partecipare alla Concelebrazione
il 21 Agosto 2010  alle ore 11.00
nella chiesa di S. Caterina V. M. in San Sosti – Cs
La Concelebrazione è presieduta da
Sua Em. Il Card. Claudio Hummes
Prefetto della Sacra Congregazione del Clero
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Ore 10.00 accoglienza del Cardinale nella Piazza del Carmine
Vestizione dei Sacri Paramenti nella chiesa del Carmine
(portare amitto camice e stola bianca)
Corteo verso la chiesa di S. Caterina V. M. – Ore 11.00 Concelebrazione
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Dopo la Sacra Celebrazione avrò il piacere di accoglierti nell’Hotel Santa Croce
per un rinfresco in semplicità e fraternità

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3° invito (Rivolto ai militari di San Sosti in servizio e non. Rivolto ai militari di San Sosti in servizio e non. E’ un omaggio che Don Carmelo vuole fare ai Militari che lungo il suo apostolato gli hanno offerto devoto e puntuale servizio.)

In occasione della venuta della Madonna Pellegrina
dal Santuario del Pettoruto a San Sosti
7 agosto – 22 agosto 2010
e del mio 50° di Sacerdozio
ho la gioia di invitarti a ringraziare con me il Signore
e a partecipare alla giornata dedicata ai Sansostesi in servizio e non
appartenenti  ai Corpi Militari e Forze di Polizia: Esercito Carabinieri Finanza Polizia di Stato
Corpo Forestale dello Stato Marina Militare Polizia Penitenziaria Croce Rossa Italiana
il 13 Agosto 2010  in San Sosti – Cs
E’ oltremodo gradita la partecipazione in divisa
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Ore 9.30 raduno in Piazza Carmine 10.30 corteo verso la chiesa di S. Caterina V. M.
Ore 11.00 Celebrazione della Santa Messa
Pomeriggio e serata danzante in Piazza Minervino
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Dopo la Sacra Celebrazione avrò il piacere di accoglierti nell’Hotel Santa Croce
per un rinfresco in semplicità e fraternità

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4° invito (E’ un invito che don Carmelo manda alle autorità e ai tanti amici lontani)

In occasione del mio 50° di Sacerdozio
ho la gioia di invitarti a ringraziare con me il Signore
e a partecipare alla Celebrazione
il 21 Agosto 2010  alle ore 11.00
nella chiesa di S. Caterina V. M. in San Sosti – Cs
Presiede Sua Em. Il Card. Claudio Hummes
Prefetto della Sacra Congregazione del Clero
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Ore 10.00 accoglienza del Cardinale nella Piazza del Carmine
Corteo verso la chiesa di S. Caterina V. M. – Ore 11.00 Concelebrazione
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Dopo la Sacra Celebrazione avrò il piacere di accoglierti nell’Hotel Santa Croce
per un rinfresco in semplicità e fraternità

21 agosto ore 11.00 presiede Sua Em. Il Card. Claudio Hummes, prefetto della Sacra Congregazione del Clero

Card Claudio Hummes
Cardinale elettore
1934

Il cardinale Cláudio Hummes, dei Frati Minori, è arcivescovo di São Paulo (Brasile). Originario di Montenegro (arcidiocesi di Porto Alegre), è nato l’8 agosto 1934. Come francescano ha studiato filosofia a Garibaldi e teologia a Divinópolis. È stato ordinato sacerdote il 3 agosto 1958. Dal 1959 al 1963 ha studiato filosofia a Roma. Ha insegnato filosofia a Garibaldi ed è stato consulente per l’ecumenismo della Conferenza episcopale del Brasile (1965-1968). Dal 1972 al 1975 è stato superiore provinciale dei francescani del Rio Grande do Sul, a Porto Alegre. Il 22 marzo 1975 è stato nominato coadiutore di Santo André, a São Paulo, divenendone vescovo nello stesso anno. È stato consulente nazionale per la pastorale operaia dal 1979 al 1990. Nel 1996 ha assunto il governo dell’arcidiocesi di Fortaleza, nel Ceará. Il 15 aprile 1998 è stato nominato arcivescovo metropolita di São Paulo. È cardinale dal 21 febbraio 2001.
Il Cardinale Cláudio Hummes, O.F.M., Arcivescovo di São Paulo (Brasile), è originario di Montenegro (arcidiocesi di Porto Alegre), dove è nato l’8 agosto 1934, in una famiglia tedesca. Ha compiuto gli studi elementari nella sua città natale e quelli superiori nel seminario francescano di Taquari, nel Rio Grande do Sul.
Come francescano ha studiato filosofia a Garibaldi (RS) e teologia a Divinópolis (MG). È stato ordinato sacerdote a Divinópolis, Minas Gerais, il 3 agosto 1958.
Dal 1959 al 1963 è stato a Roma dove ha conseguito la laurea in filosofia, con la tesi “Rinnovamento delle prove tradizionali dell’esistenza di Dio in L’Action di Maurice Blondel (1893)”, pubblicata a Braga nel 1964.
Prima di essere nominato Vescovo, è stato professore di filosofia nel seminario francescano di Garibaldi, dove ha collaborato alla pastorale di una parrocchia (1963-1968). Mentre era a Garibaldi, è stato consulente per l’ecumenismo della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (1965-1968).
Nel 1968 è tornato in Europa, per specializzarsi in ecumenismo presso l’Istituto Ecumenico di Bossey, a Ginevra, in Svizzera.
Dal 1969 al 1972 è stato professore e rettore della facoltà di Filosofia di Viamão (RS), e allo stesso tempo a Porto Alegre professore di filosofia presso la Pontificia Università Cattolica e formatore degli studenti francescani di filosofia. Dal 1972 al 1975 è stato Superiore Provinciale dei francescani del Rio Grande do Sul, a Porto Alegre.
Il 22 marzo 1975 è stato nominato Vescovo titolare di Carcabia e coadiutore di Santo André, a São Paulo, con diritto alla successione. Due mesi dopo, il 25 maggio 1975, è stato ordinato Vescovo nella cattedrale di Porto Alegre dal suo professore e amico, Monsignor Aloísio Lorscheider, oggi Cardinale Arcivescovo emerito di Aparecida (SP); i Consacranti erano Monsignor Urbano José Allgayer, allora Vescovo ausiliare di Porto Alegre, e Monsignor Mauro Morelli, allora Vescovo ausiliare di São Paulo.
Ha preso possesso di Santo André come Vescovo coadiutore il 29 giugno e cinque mesi dopo, il 29 dicembre 1975, ne è divenuto il Vescovo diocesano. Ha trascorso a Santo André 21 anni, fino al 29 maggio 1996, quando ha assunto il governo dell’Arcidiocesi di Fortaleza, nel Ceará.
Il 15 aprile 1998 è stato nominato da Giovanni Paolo II Arcivescovo metropolita di São Paulo.
In quei 25 anni di episcopato è stato membro della Commissione Episcopale della Pastorale della CNBB a Brasilia: per l’ecumenismo, i laici e la pastorale operaia dal 1979 al 1983 e per la famiglia e la cultura dal 1995 al 1998. È stato anche consulente nazionale per la Pastorale Operaia dal 1979 al 1990.
Nei 21 anni trascorsi a Santo André ha difeso gli operai, ha sostenuto i sindacati e ha partecipato a scioperi quale Vescovo responsabile della Pastorale Operaia in tutto il Brasile.
Nei due anni trascorsi a Fortaleza è stato responsabile per la famiglia e la cultura nella Conferenza dei Vescovi del Brasile a Brasilia. È stato quindi uno degli artefici del 2° Incontro Mondiale delle Famiglie con il Papa, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1997.
Da quando è Arcivescovo a São Paulo, ha dato impulso alla pastorale vocazionale, alla formazione dei sacerdoti e all’evangelizzazione della città. Importante è il ruolo che svolge nel campo della comunicazione di massa, perché la Chiesa parli con la città, avvicinando i cattolici e portando il Vangelo alle famiglie.
Da Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di Sant‚Antonio da Padova in Via Merulana.

È Membro:
– della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per la Dottrina della Fede; per i Vescovi;
– dei Pontifici Consigli: per i Laici; per il Dialogo Inter-religioso; per la Famiglia; per la Cultura; “Cor Unum”;
– della Pontificia Commissione per l’America Latina;
– del X Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi;
– del Consiglio di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede.

Fonte: Zenit (aggiornata al 17.12.2004)

Una risposta a “50° di Sacerdozio

  1. fernando NERI

    Caro Don Carmelo,
    oggi ho sentito profonda la necessità di trovarmi con internet alla Madonna del Pettoruto, per pregarla avendone particolare necessità.Con mio grande piacere ho scovato questo scritto relativo al tuo 50° anniversario di sacerdozio dello scorso anno al quale mi avevi invitato e che non mi fu possibile intervenire : Ti assicuro sempre la mia preghiera e quella della mia famiglia : Maria ,mia moglie, Rosalia Pasquale ed Alessandro come chiedo a te preghiere ai piedi della Nostra amatissima Madonna del Pettoruto..Grazie e sempre con profonda inalterasta amicizia Fernando Neri

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