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Nessun dorma aspettando Godot!

Di “Lo Spadaccino”

Il dibattito che precede l’elezioni comunali non evidenzia elementi di discontinuità col passato.
Un nutrito gruppo di opportunisti  Continua a leggere

“VOGLIAMO PARLARE DELLA CENTRALE ELETTRICA?” – Sì! (a beneficio di Caio… e anche di Tizio e Sempronio)

Di Vincenzo Oliva

La domanda del titolo è stata posta tempo fa, su questo sito, dal sindaco Bruno. Personalmente, non avevo alcuna voglia di rispondere, tanta era Continua a leggere

Arlecchino servitore di due padroni!

Di “Lo Spadaccino”

 

Del Vicesindaco di San Sosti, persona di feroce umorismo, siamo tenuti ad occuparcene solo perché Continua a leggere

La legge del contrappasso! Considerazioni sulla politica condite di tanta amarezza e di un pizzico di autoironia.

Di Francesco Capalbo

E’ la legge del contrappasso: chi non può più dare cattivo esempio, si arroga sempre il diritto di dare buoni consigli.

A questa legge, celebrata anche da una famosa canzone di Fabrizio De Andrè, neanche io oso sottrarmi, consapevole che qualcuno mi considererà Continua a leggere

MA ERA CATTIVO IL LUPO O L’AGNELLO…?

La signorina Bruno Valentina mi dà l’occasione per far capire meglio come si costruisce addosso a una persona l’immagine del lupo cattivo: di come, cioè, si è capaci solo di orchestrare campagne di criminalizzazione contro quegli avversari politici di cui non si è in grado di controbattere le critiche più semplici, e in generale contro tutti coloro che manifestano dissenso nei confronti del capo clan. La tattica è semplice: si aggredisce con falsi pretesti la persona che “dà fastidio” per costringerla al silenzio; se poi questi si ostina a parlare e magari a difendersi, alzando il tono della voce, ecco che scatta la manovra: le truppe dei fedelissimi si lanciano all’attacco e aizzano il popolo contro il “malvagio” che ha osato reagire. È come dire che se l’agnello della favola che tutti conosciamo fosse riuscito, per miracolo, a respingere il lupo – facendogli anche un po’ di male – avremmo dovuto condannare quel perfido agnello per non aver permesso al lupo affamato di sbranarlo e cibarsi della sua tenera carne! Ecco dunque il mio atroce dilemma! La signorina Bruno – senza che  il sottoscritto l’abbia chiamata in causa – mi ha definito “sputaveleno”, mi ha dato dello “stupido”, dell’ “ipocrita” e del “rabbioso” (per non parlare dell’enorme sciocchezza sui manifesti “anonimi”!) senza citare un solo fatto concreto e documentato per giustificare questi suoi insulti. Ecco, dunque, il dilemma: devo chinare la testa e tenermi questi insulti, per evitare di essere additato come un lupo ancora più cattivo, o devo difendere il mio diritto alla libertà di pensiero e di parola?  Sarò certamente un inguaribile idealista, uno di quei marziani che credono ancora in una cosa che si chiama dignità, ma io quelle parole le rispedisco senz’altro al mittente: se le ripeta, l’autrice, quando si guarda allo specchio, e le troverà certamente più consone e appropriate.

La favola del lupo cattivo e della politica come paravento di un astio personale era stata messa  in circolazione durante la campagna elettorale del 2004 e poi – qualche volta gridata ma più spesso sussurrata insistentemente all’orecchio – ha funzionato per un po’ di tempo. Ma per fortuna ci sono ancora tante persone che fanno un uso autonomo del proprio cervello, così da molti ho avuto il piacere di veder riconosciuta l’onestà intellettuale della mia attività politica: diversi amici (anche nell’ultimo anno), mi hanno detto chiaramente che si erano bevuti la storia del personalismo e solo con molto ritardo si sono resi conto che i metodi di questi amministratori erano proprio quelli evidenziati dalla minoranza e che la loro politica era quasi tutto fumo.

Le analisi, le critiche e le proposte della minoranza sono documentate in decine e decine di manifesti, ma anche in decine e decine di mozioni, interrogazioni e interpellanze, come ricorda un mio anonimo sostenitore (al quale continuo a dire che è sempre meglio mostrare la faccia). E poi vi sono i numerosi interventi effettuati nelle sedute consiliari, che rappresentano in seno all’istituzione le idee e quindi il progetto politico dei consiglieri di minoranza. Se l’Amministrazione in carica avesse avuto un po’ a cuore la trasparenza e l’informazione, essa avrebbe potuto diffondere le deliberazioni via internet, come fanno già tanti comuni e come noi avevamo suggerito e auspicato quando, quattro anni fa, votammo l’adesione al consorzio Asmenet: il sito c’era, gli atti di Giunta e di Consiglio vengono digitati direttamente al computer perciò sarebbero bastati pochi minuti al giorno per garantire a gran parte dei cittadini  una informazione facile e tempestiva. Ma questa proposta non è piaciuta (e chissà, poi, cosa si intende quando si parla di proposte!).

Non voglio abusare dello spazio che mi viene concesso, anche perché una sintesi di quello che è stato fatto dovrebbe essere necessariamente troppo sommaria. Ma posso annunciare che entro breve tempo dovrei aprire un sito internet proprio per pubblicare tutto il materiale prodotto in questi anni dal gruppo di minoranza: chi non ha potuto o voluto seguire la nostra attività, chi vuole ricordarsi alcune cose, chi vuole comunque documentarsi nell’imminenza della prossima campagna elettorale avrà una fonte a cui attingere, sia che il sottoscritto si presenti, con una sua lista, da candidato a sindaco, sia che non si presenti affatto.

 Prima di chiudere questo intervento voglio anche rispondere brevemente a Pietro Bruno. Intanto premetto che se conosci bene l’operato politico della minoranza e ritieni che sia stato negativo o inadeguato, tanto di cappello: ho appena affermato la preminenza – nella mia scala di valori – della libertà di opinione; se invece non ne hai una conoscenza completa, il sito che intendo aprire ti potrà essere utile e mi troverai sempre pronto per qualsiasi confronto. Detto questo, non c’è davvero niente di surreale nella questione che hai posto, ma trovo invece molto surreale il modo in cui l’hai posta. Di colpo quel puntarmi il dito contro, come se mi fossi macchiato di chissà quale misfatto o volessi nascondere chissà quale vergogna! Solo dopo ho capito l’assurda motivazione: hai interpretato come una frecciata rivolta a te la mia frase relativa alle ambizioni personali! Beh, consentimi, ma bisogna avere proprio la coda di paglia per arrivare a questa conclusione e sconfinare nelle competenze ministeriali e simili (che se, poi, tali competenze sono requisiti tanto necessari aboliamo le amministrazioni locali e mettiamo al loro posto direttamente un funzionario dei ministeri: si risparmierebbe parecchio).

Sulla fontana di Fra’ Giovanni non sono intervenuto per due semplici motivi: 1) avrei potuto solo aggiungere la mia espressione di sdegno a quella di altri, ma mi sono astenuto perché non volevo apparire come il furbo che cerca di cavalcare la tigre della protesta; 2) non avevo e non ho nulla da nascondere e quindi da giustificare, non essendo venuto meno (neppure per distrazione) ad alcun dovere correlato al mio mandato di consigliere comunale di minoranza. Il mio primo dovere era quello di prendere conoscenza del progetto, ed è la cosa che ho fatto prima che iniziassero i lavori. Per le modeste competenze tecniche che possiedo non ho riscontrato nulla di preoccupante riguardo alla fontana: in una relazione tecnica illustrativa che mostrava grande attenzione al “recupero e riqualificazione dei siti degradati” l’unico intervento previsto era “pulizia e risanamento della presente muratura per la fontana di Fra’ Giovanni“, dove la parola risanamento associata a pulizia fa pensare a un intervento conservativo, visto anche che nei disegni dei “particolari costruttivi” la fontana non appariva assolutamente. Si aggiunga che nella parte generale si parla anche di “rivestimenti in pietra locale di esistenti manufatti di cemento”: qualcuno avrebbe potuto sospettare che, invece, avrebbero manomesso proprio la pietra locale (la vasca) per sfregiarla e occultarla con quei deliziosi mattoncini?

Spero almeno che ora non mi si venga a dire che avrei dovuto piantonare i lavori giorno e notte, sostituendomi magari ai direttori dei lavori! Dovresti dunque convenire, caro Pietro, che qualcosa di surreale c’era nel tuo commento: l’animosità che avresti dovuto riservare agli autori dello “scempio” l’hai incanalata tutta verso di me che, invece, sono parte doppiamente offesa e ingannata: come cittadino e come amministratore.

Se vogliamo cambiare veramente le cose – lo ripeto insieme all’amico Mario Sirimarco, di cui ho particolarmente apprezzato l’intervento – dobbiamo ripartire dalla partecipazione e dall’assunzione di responsabilità a livello collettivo.

Vincenzo Oliva

IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA

Leggendo i vari commenti che ci sono stati finora a proposito dell’ascia votiva di Artemisia e della fontana di Fra’ Giovanni, una cosa mi ha particolarmente colpito, a prescindere dal contenuto degli stessi commenti: è l’alto numero di coloro che hanno voluto restare nell’anonimato. Per la maggior parte, questi commenti, esprimono giudizi critici sull’attuale amministrazione perciò, forse, mi sarebbe convenuto rimanermene in disparte e augurarmi solo che le bordate contro la giunta comunale si moltiplicassero ulteriormente, senza rischiare di attirarmi qualche antipatia con questo intervento. Ma il mio obiettivo politico non è quello di diventare sindaco per una personale ambizione, bensì vorrei provare – insieme ad altre persone che ci credono fino in fondo – a cambiare radicalmente le cose: dalla mentalità all’idea di sviluppo e ai metodi di gestione, fino agli interventi sul territorio e le sue infrastrutture. Perciò constatare (e non è una sorpresa!) che tantissime persone non trovano il coraggio di esprimere liberamente il proprio pensiero è preoccupante, oltre che desolante. E lo è ancora di più se – come è probabile – la maggior parte di questi autori è costituita da giovani. Che cosa ha da perdere, che cosa ha da temere, a San Sosti, un giovane che non può dire apertamente quello che pensa dell’operato dei suoi amministratori? Sicuramente c’è il timore di una qualche ritorsione, morale o materiale che sia, ed è altrettanto sicuro che questo timore non è infondato: ritorsioni, intimidazioni, ricatti sono stati usati abbondantemente nella campagna elettorale di cinque anni fa e sono stati il leit-motiv di questa amministrazione, l’arma più usata per cercare di arginare il dissenso alimentato anche dalla modesta, ma precisa e costante, opera di informazione della minoranza. In questi anni ci sono state persone, per esempio, che non sono più venute ad assistere ai consigli comunale perché questo significava (agli occhi di qualcuno) simpatizzare per la minoranza, viste le pessime figure che normalmente faceva la maggioranza; altri sono stati acidamente redarguiti perché avevano stretto amicizia – pensate un po’! – con Vincenzo Oliva; altri (tanti!) sono stati lusingati e ammorbiditi con le perenni promesse di un posto di lavoro… I timori sono, dunque, fondati ma – voglio aggiungere subito – non possono essere assolutamente “giustificati”. Se si vuole cambiare veramente, e se a voler cambiare sono dei giovani che hanno tutto il diritto di costruirsi una vita propria, non si può alimentare l’idea che all’arroganza del potere non vi siano argini da opporre; né si può sperare che altri, al nostro posto, vincano la partita che noi non abbiamo il coraggio di giocare con la nostra faccia. Si sa che qualsiasi scelta comporta dei rischi, ma la conquista o il consolidamento della libertà non hanno prezzo. E se questa libertà la difendiamo e la coltiviamo tutti insieme i rischi si riducono a zero. Con questo non voglio dire che alle prossime elezioni comunali dovremo necessariamente ritrovarci nello stesso schieramento ma, semplicemente, credo che l’affermazione di certi principi abbia una validità universale e sia un fattore di crescita per tutta la collettività.

Mi auguro con tutto il cuore che i giovani sansostesi di oggi siano capaci di creare quel confronto aperto e franco che non è riuscito alla mia generazione, anch’essa risucchiata in gran parte nella girandola dei pregiudizi e degli interessi spiccioli.

 

Vincenzo Oliva

 

P. S. Ovviamente, nelle considerazioni che ho appena esposto non ho tenuto conto di coloro che ricorrono all’anonimato solo perché non saprebbero sostenere con argomentazioni concrete e sufficientemente razionali ciò che dicono, come fa quel gigi che si beve le barzellette del suo venerato sindaco senza sapere (o senza voler sapere) che quelle barzellette il sottoscritto le ha sbugiardate in consiglio comunale e con manifesti pubblici che non sono mai stati smentiti.

Apriamo una nuova pagina

Questa volta mi rivolgo  agli amici che rappresentano, in seno al Consiglio comunale di San Sosti, la componente di minoranza ma, indirettamente, anche a tutti gli altri amici che a San Sosti si occupano di politica locale. Nel vostro ultimo intervento sulle pagine di questo sito intitolato “la maggioranza è a pezzi….”, rilevo, non solo un esercizio di quelle che sono le vostre funzioni, alle quali siete stati delegati dal Popolo, ma intuisco, tra le righe, anche un grido di dolore, quali Sansostesi, per i pessimi risultati raggiunti da chi ci ha amministrato, per i dieci anni passati, che hanno visto disattendere tante promesse e perdere tante opportunità, in termini di sviluppo, di occupazione, di rilancio del Comune. Non starò, questa volta, a parlarvi dei tanti programmi ministeriali, regionali, e di altre attività, che chi amministra e si mette al timone, dovrebbe conoscere ed inseguire come il leone insegue la gazzella; non starò questa volta ad elencare tutte le potenzialità, che San Sosti ha, in quanto le conoscete benissimo (più di me); non starò, questa volta, a dire quello che si poteva fare e non è stato fatto;  non starò nemmeno più a ripetere che per amministrare bene un Comune bisogna conoscere bene la macchina burocratica, avere intraprendenza politico- amministrativa, fare gioco di squadra e connettere il Comune ad un Sistema Integrato del Territorio e superare così i confini ristretti dell’ambito comunale stesso, favorendo, così, uno sviluppo armonico di una intera zona, territorialmente, culturalmente omogenea: non starò, questa volta, a dirvi, che ormai, lo Stato, interviene su Macrozone, promuovendo interventi Integrati di Area Vasta, (territorio, mobilità, sviluppo urbano, occupazione, industria ecc.), allontanandosi sempre di più da quella che era l’attività dei Finanziamenti a Pioggia che si è dimostrata inadeguata ed inutile; questa volta, carissimi Vincenzo, Enedino e Fabio, non è da tecnico che parlo, ma da sansostese come voi, che con rammarico, prende atto che, “siamo di fronte ad un fallimento di un progetto politico”. Un fallimento che ha comportato dieci anni di ritardi (direi anche quindici), dieci anni di treni persi, dieci anni in cui non si è fatto gioco di squadra ma, si è operato, in termini inadeguati e con metodi ormai vecchi. Non è questo o quel finanziamento che non si è stati capaci di ottenere; non è questo o quel servizio che non si è stati capaci di fornire o di istituire o di intensificare. Il fallimento è stato su tutta la linea. Anche dal punto di vista economico-finanziario. E’ stato detto chiaro o no? Si è ricorsi ad adottare l’utilizzo dell’Eolico (sottoscrivendo una Convenzione, mi sembra; non ho letto le carte nè mi interessa leggerle perché so che fine ha fatto l’Eolico in tutto il meridione; ma non è questo il problema!), non perché ci si creda veramente, ma per problemi di Bilancio. E’ questa  la cosa più triste! Si è dovuto inserire nel Bilancio quell’elemosina di 104.000,00 Euro, per non dichiarare fallimento. Ma gli altri Comuni, come fanno? Fanno la colletta? Tempo fa  è stato venduto un bellissimo bosco nella località di Casiglia, che per riformarsi ci vorranno decenni, perché? Per motivi di Bilancio. Ci dicessero che domani, per salvare il Bilancio, sarà necessario mettere in vendita le nostre case, perché lo faremo volentieri. Così salviamo il Bilancio. Proprio l’altro ieri, ho posto questo problema a degli esperti di Finanza delle Autonomie Locali, che ho conosciuto per motivi di lavoro. Mi è stato detto che i metodi ci sono per risollevare queste carenze finanziarie dei piccoli Comuni, sempre che non si tratti di grossi vuoti; sinceramente, e con tutto il rispetto, credo più a loro che a qualche bravo nostro amministratore. Ma non voglio discostarmi da quello che era lo spirito iniziale del mio discorso. Il mio messaggio è questo: si è perso un decennio, ormai è inutile “Piangere sul latte versato”. Apriamo una nuova pagina, indipendentemente dai giochi di potere, dalle ambizioni personali e quant’altro. Cerchiamo di trovare una intesa più larga possibile, sensibilizzando i Cittadini e spiegando loro, che a nostro parere, avrebbero meritato di più di quello che hanno ricevuto in termini di efficienza amministrativa e di scelte politiche. Si parli anche con le Frazioni. Si faccia in modo che l’informazione circoli e che si abbia coscienza delle difficoltà del momento storico che stiamo vivendo. Ristabiliamo il contatto tra noi cittadini. Chi ha idee, consigli e possibilità li metta al servizio della collettività, senza divisioni di sorta. Resta inteso, a mio modestissimo parere, che non è più riproponibile una formula simile o minimamente affine, o derivata da quella che ha tenuto il timone fino ad ora; da ormai quindici anni. Resto a disposizione per qualsiasi forma di collaborazione, basta che vada nella direzione di una opportunità di sviluppo per il nostro Comune. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi.

Pietro Bruno

La Maggioranza è a pezzi – Ricostruiamo insieme la casa di tutti!

La seduta del Consiglio Comunale del 30 settembre scorso ha sancito il definitivo tracollo della maggioranza che regge (si fa per dire…!) il Comune di San Sosti.
La convenzione per l’impianto eolico, che consente – sulla carta – di riequilibrare un deficit di bilancio di 105.000 euro, è stata approvata soltanto da sei consiglieri su tredici assegnati: una mortificazione che non ha intaccato minimante il senso del pudore di quella sparuta pattuglia che punta esclusivamente a gestire la prossima campagna elettorale con le mani ben attaccate alle leve del potere.
Surreale il teatrino inscenato dal sindaco con il suo ex vice. Mentre questi (il consigliere Cundari) si dichiarava ancora contrario alle pale eoliche pur ritenendole indispensabili per la salvaguardia del bilancio, il sindaco lo smentiva asserendo che le due cose non erano affatto collegate tra loro e che i soldi non c’entravano niente. Però – ammettevano – senza la promessa delle pale eoliche tutti quanti avrebbero dovuto tornarsene a casa!
Una maggioranza, dunque, a pezzi che ha visto prima il vicesindaco rinunciare alla propria carica e poi il capogruppo Capalbo dimettersi addirittura da consigliere: segni evidentissimi di un progetto politico completamente fallito, rimarcato dal rifiuto a subentrare al consigliere dimissionario già espresso dai primi due candidati non eletti.
Ma il fallimento era ed è evidente nei numeri deficitari riassunti dal revisore dei conti: le poche risorse vere e concrete esistenti nel nostro comune sono state letteralmente dilapidate.
L’esempio più eclatante viene dalla gestione delle strutture del Pettoruto e dallo spostamento della Fiera che hanno portato nelle casse comunali solo pochissimi spiccioli. Così, in un sol colpo, sono state distrutte una grande tradizione e un’economia che ancora reggeva e poteva svilupparsi meglio.
Ebbene, con queste credenziali, i nostri “eroi” intendono ancora ripresentarsi all’elettorato, sperando di incantarlo con i milioni e milioni di euro vaneggiati dal Sindaco durante l’ultimo Consiglio Comunale e affidati….. al vento! (Parole, parole, parole… sono più di dieci anni che tutti i sansostesi aspettano il miracoloso, straordinario, eccezionale, grandioso sviluppo propagandato dall’attuale maggioranza, a solo uso ed esclusivo consumo elettoralistico).
A tutti i cittadini è ormai chiaro, però, che abbiamo davanti due sole possibilità: o si continua a gestire il potere pubblico con promesse e inganni, spargendo fumo negli occhi ed elargendo piccoli favori ai più “fortunati”, oppure si cambia completamente strada: ci si rimbocca le maniche e si lavora per rimuovere le macerie e ricostruire una casa solida, che sia veramente la casa di tutti i sansostesi.
Noi consiglieri di minoranza, insieme a coloro che ci hanno già sostenuto e incoraggiato, invitiamo a incamminarsi decisamente su questa strada tutti quelli che sono davvero stufi della politica fatta a tavolino, nella quale menti cervellotiche e partiti fantasmi barattano tutto e tutti.
Insieme possiamo definire gli obiettivi e scegliere i nostri rappresentanti, senza più affidare deleghe in bianco e a tempo indeterminato: insieme possiamo finalmente compiere quella svolta che la nostra comunità, perennemente delusa, aspetta da tantissimi anni!

IL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA

Vincenzo Oliva – Fabio Novello – Enedino Zicarelli

P.S. Giovedì 6 novembre si è tenuto un altro Consiglio Comunale, ma la maggioranza era sempre a meno due (e mancava, ancora, il consigliere che dovrebbe surrogare il capogruppo F. Capalbo, dimessosi nel mese di settembre).

Vincenzo Oliva


Allora lo stagno c’è

Ma forse che il Prof. Fiore non conosceva le contraddizioni, lo spessore, il metodo, le deficienze politico-amministrative, dell’attuale Amministrazione di San Sosti, con la quale si era candidato alle ultime elezioni e con molta parte della quale aveva governato, come Consigliere comunale e rappresentante della Comunità Montana, nella penultima legislatura?
Ma forse che non conosceva già dalla penultima legislatura il tragico destino della Fiera?
Ma forse che durante i cinque anni in cui è stato Consigliere di maggioranza si sia attivato per cercare di valorizzare ed sfruttare al meglio l’unica, purtroppo, vera risorsa di San Sosti?
E per attivarsi intendo non solo fare delle belle proposte che restano poi nel cassetto, ma bensì, prendere la macchina o il treno e recarsi a contattare esperti del settore, organizzatori di fiere di alto livello, scovare leggi di finanziamento, elaborare progetti e impegnarsi a farli approvare e finanziare.
Non accettare la surroga a Consigliere a pochi mesi dalle elezioni è quasi scontato e poco significativo; importante, invece, è l’azione amministrativa che si intraprende quando si è al timone, anche da semplice Consigliere.
Ho molta stima del Prof. Fiore e sono certo delle sue buone intenzioni e sottoscrivo tutto quello che lui ha rilevato sul pessimo andamento amministrativo di San Sosti ma mi sento in dovere di segnalare che l’attuale Amministrazione è figlia della precedente, con gli stessi metodi gli stessi direttori d’orchestra, con le stese caratteristiche genetiche. Sono dieci anni che il nostro Comune perde treni; uno dietro l’altro.
Conosco centinaia di amministratori di Enti locali che la notte non dormono per cercare di attuare cose importanti, di arricchire di Beni e Servizi l’Ente che governano, di inseguire questo o quel finanziamento, di promuovere iniziative tese a far crescere dal punto di vista socio-economico la popolazione.
Negli anni che vanno dal 2000 al 2004 tante opportunità hanno avuto i piccoli centri urbani. Basti pensare ai Programmi finanziati dai Ministeri dello Sviluppo Economico (Contratti di Programmi, L. 488 e 489), Infrastrutture (Contratti di Quartiere, PRUST, PRU, STU Ambiente, ai Programmi Europei, Urban, Urbact); oppure agli stessi programmi regionali. E non mi voglio dilungare.
Basta affacciarsi sull’Alto Ionio e sul Basso Ionio, e su tantissimi centri delle varie Province calabresi per vedere i risultati di tali attività amministrative.
San Sosti, invece, si trova con dieci anni di ritardo e con una diecina di candidati alla carica di Sindaco, tra i quali parecchi uscenti dalla ultima Amministrazione, che si autoconsiderano i più bravi di tutti.
Alla mia proposta, certamente molto presuntuosa di autocandidarmi a guidare una coalizione civica, qualcuno mi ha detto che io non sarei un leader. E’ vero.
Ma li abbiamo visti i leader cosa sono stati capaci di fare.
Qualche altro mi ha detto che “butto sassi nello stagno”.
Ma allora, vuol dire che lo stagno c’è?

Pietro Bruno

Lettera di rinuncia alla surroga in Consiglio Comunale del Prof. L.Fiore

Al Presidente del Consiglio Comunale

Al Sindaco

Ai Consiglieri comunali

OGGETTO: rinuncia surroga

In riferimento alla lettera di convocazione del Consiglio Comunale del 30 settembre per essere  nominato consigliere del Comune di San Sosti, sento la necessità di esprimere alcune doverose precisazioni.

Premetto che quando un cittadino è chiamato a far parte del Consiglio Comunale della sua città costituisce motivo di orgoglio, ma si avverte anche il peso del ruolo che dovrà svolgere con responsabilità sia in termini di efficacia che di efficienza.

Ritengo che per assolvere tale compito nelle giuste manifestazioni non ci siano più le condizioni pratiche e politiche; sarei pertanto destinato a snaturare le mie prerogative di vigilare sull’azione amministrativa e proporre iniziative vantaggiose per la collettività. Manca poco all’inizio della gestione ordinaria e la legislatura si può considerare conclusa.

Ma anche difficoltà di collocazione all’interno del Consiglio mi impongono la rinuncia; non potrei aderire al gruppo di maggioranza perché ha completamente disatteso le direttrici dello sviluppo presentate agli elettori, ha ignorato la partecipazione dei cittadini, privilegiando invece la filosofia del giorno per giorno alla conquista di personali consensi elettorali senza una visione ed un respiro programmatico più ampio……. In sintesi, allo stato attuale, non è proprio “conveniente vivere a San Sosti”, ma semmai è stato accelerato il processo di svuotamento; il paese vive un’agonia lenta ed inesorabile che soffoca ogni illusione. Altro che “paese laboratorio”, dove ogni cittadino avrebbe esaltato le proprie potenzialità. E dove sono le forme societarie pubblico-privato quale modello organizzativo per la gestione della Fiera? La realtà è che la Fiera, un tempo fulcro dell’economia sansostese, ora è una normale manifestazione che non incide nel tessuto economico locale.

Per motivi di etica politica, neppure con la minoranza avrei potuto fare gruppo, non avendone la legittimazione democratica.

Per queste ragioni counico formalmente di non poter accettare la surroga e pertanto non sarò presente alla odierna seduta consiliare.

Egregio presidente, questa vicenda però mi suggerisce un aspetto rilevante sul quale sarebbe opportuno avviare una seria riflessione.

L’opinione pubblica, i cittadini, gli elettori, i giovani……. si chiedono: il vice sindaco si è dimesso (quando uno si dimette, egregio Cundari, soprattutto da Vice Sindaco significa che certamente c’è qualche cosa che non va e, qualche astensione non purifica l’immagine);

il capo gruppo di maggioranza ha fatto la stessa cosa, due componenti della lista rifiutano la surroga…. Questi, secondo Lei, sono aspetti normali che possono passare inosservati? Non crede che ci sia un malessere diffuso e che questo civico consesso abbia perso credibilità? Non crede sia giusto e doveroso avviare una chiarificazione in rispetto ai tanti cittadini che vorrebbero sapere? Non si può far finta di nulla e pensare invece a ricandidature che non trovano alcuna legittimazione sul piano della buona amministrazione. La verità è che occorre un gesto di lealtà politica, prendere atto che è indispensabile aprire una nuova primavera se veramente vogliamo dare un futuro a questa nostro paese, destinato a diventare sempre più “borgo”, facendo largo ai tanti giovani che potranno portare entusiasmo ed idee innovative. 

 Prof. Luigi Fiore

San Sosti, li 30 settembre 2008