MORIRE A VENT’ANNI

Di Angelo Martucci

Mater Suspiriarum 23 dicembre alle ore 0,22

Ciao Angelo, si avvicina il Natale. Per me è un incubo prolungato, vorrei restare da solo, ma non mi è permesso, devo fingere che va tutto bene…va bene un cazzo!!!!nessuno si accorge che sto morendo…a nessuno frega niente di come mi possa sentire…nessuno ascolta le urla della mia anima. Aiutami…parla con me.

Mater Suspiriarum 24 dicembre alle ore 0,02

Ciao Angelo. Io personalmente non festeggio il Natale xk non ho niente da gioire. Tuttavia tu mi hai fatto il regalo più bello che potessi aspettarmi, hai parlato con me. Ho capito che quelle parole le hai dette con il cuore, sei l’unica persona, oltre al mio unico amico, a preoccuparsi x me, eppure non mi conosci nemmeno. A questo punto ti voglio dire il mio nome, mi chiamo Cristiano, che strano nome x uno come me! Il cognome è meglio che nn te lo dico. Ti dico solo che abito in Piazza del Popolo a Napoli.
Da quello che hai scritto ho capito che anche tu nn te la passi bene, ho riflettuto su una frase che hai detto “Fidati, non ne vale la pena, non è la soluzione giusta”…
….Ti confesso che ho preparato la mia uscita di scena, xk nn vedo via d’uscita, in un giorno molto particolare per me, non è il Natale, sarebbe banale, ma tanto sono sicuro che nessuno se ne accorgerà. Quanto ciò accadrà tu lo saprai, ti prego pubblica questo messaggio sulla tua bacheca, finchè altri ragazzi sventurati come me nn seguano questo esempio.
Grazie, amico mio virtuale.

Cristiano.

Mater Suspiriarum 25 dicembre alle ore 23,10

….Mai nessuno ha capito ciò di cui veramente avevo bisogno: chiedevo solo un po di attenzione, un po di amore, un po di calore umano che non ho avuto mai. Come posso ancora sperare?
Sto per uscire di scena, l’unico conforto che porto con me è la tua brevissima amicizia virtuale, l’unico rimpianto è quello di non averti conosciuto di persona.
Ti prego, ricordati della promessa quando nn vedrai più il mio account…

Mater Suspiriarum 27 dicembre alle ore 0,44

Ciao Angelo e grazie di tutto.
Cristiano.

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Che strana la vita! mentre si festeggiava il Natale in famiglia, poco lontano da noi si consumava un dramma umano: un ragazzo, poco più che ventenne meditava di mettere fine alla sua giovane vita.
Non chiedeva nulla di impossibile da ottenere, “un po di attenzione, un po di amore, un po di calore umano…”
È difficile trovare le parole di fronte ad un fatto del genere…Ho solo riportato parte dei suoi dialoghi con me, come mi aveva chiesto.
Cristiano non è più con noi, è inutile dire quanto ho tentato…

Angelo Martucci

11 risposte a “MORIRE A VENT’ANNI

  1. TUTTI A FESTEGGIAR.....

    Cos’e’ diventato il Natale,cos’e’ diventata la Pasqua,cos’e’ diventata lòa vita!!!!
    solo ed esclusivamente momenti apicali del consumismo,altro che dedicarsi ai poveri,ai bisognosi,agli ammalati!!!cosa sono diventate le istituzioni,lo stato,la chiesa!!!solo centri convulsivi di potere!!!altro che pensare al popolo ed al prossimo!!queste festivita’ cosi’ come sono diventati dovrebbero essere debellate,eliminate,riviste.La povera gente ammalata e terminale,come il povero Cristiano e’ sola,abbandonata,anche snobbata,perche’ in quest’epoca di pazzi si snobba anche l’ammalato!!non accetto piu’ e non voglio vivere in una societa’ dove il solo dio denaro,l’arroganza,le ambizioni di potere,il menefreghismo la fanno da padrone!!non accetto che i ricchi diventano sempre piu’ ricchi e i poveri sempre piu’ poveri!!non voglio e non posso accettare che al mondo d’oggi conta solo il potere e il denaro!!questo modno sta per finire,finira’ perche’ nessuno come il nostro amico Cristiano se ne cura e se lo cura,tutto in nome del profitto!!non accetto piu’ che la chiesa e i suoi pastori a Natale non stanno in mezzo alla gente,ai giovani,ai disoccupati e agli ammalati!!UN MONDO IPOCRITA E BIGOTTO.Sono con te Cristiano!!!

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  2. TUTTI FANS DI ANTONIO

    Non ti conoscevamo, non importa, eri un angelo in visita sulla terra… l’indifferenza ti ha portato via la tua vita ma ti ha restituito le tue ali.
    Ciao Cristiano.

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  3. COMUNQUE VADA---------

    Comunque vada,abbiamo consumato anche quest’anno e, come sempre non abbiamo rivolto un solo pensiero ai milioni di bambini che ancora nel 2010 muoiono perche’ non hanno a disposizione un piatto di minestra o un bicchiere di latte!!comunque vada abbiamo consumato e ci siamo abbuffati e,poi ci meravigliamo che schiattiamo di infarto,di tumore o altro!!comunque vada comsumeremo e ci abbufferemo anche a capo d’anno,mentre come sempre altri bimbi moriranno di fame!!UN MONDO ZOZZO,che colpisce sempre i piu’ deboli,mentre i potenti di autoassolvono,si autoproteggono e,non appena attaccati ti squartano!!comunque vada A NUI I LAVUTRI NON NI NNI FRICA NENTI!! e’ uno schifo!!

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  4. COSA SIAMO DIVENTATI?

    Che cosa siamo diventati! Sentiamo alla televisione che la gente va dallo psicologo per superare lo stress natalizio!!!!!Come? Il compleanno di Nostro Signore è uno stress???? Fare e ricevere regali è diventato un obbligo, un colossale buisness. Gesù non ha forse detto “dai e non aspettarti nulla in cambio? Che senso ha farsi venire l’esaurimento nervoso per fare i ragali o preparare l’inutile cenone di Natale? Che senso ha tutto questo? “Sepolcri imbiancati” definiva la gente come noi il Signore, “splendidi fuori, ma pieni di morte e putrefazione dentro”. Come possiamo non capire o FAR FINTA DI NON CAPIRE quando un nostro fratello ha bisogno di noi? Di una bella parola, di un gesto d’amore…di piccole cose…di quelle che scaldano il cuore…
    Il cuore di Cristiano si è fermato a causa della nostra indifferenza…tutti i giorni, nel mondo giovani cuori si fermano, giovani vite si spengono come un riflettore dopo l’ultimo spettacolo, cala il sipario…
    Ciao Cristiano.

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  5. Sono rimasto allibito nel leggere questo avvenimento, veramente toccante. Solo chi soffre, come me, può capire cosa c’era nel cuore di Cristiano, che cercava amicizia, affetto, comprensione da chi gli stava vicino, ma a quanto pare,nessuno lo ha compreso, nessuno lo ha aiutato. Anzi una sola persona ,anche se lontana parecchi Km ha cercato di dargli aiuto , offrendogli momenti di dialogo, certamente colmi di tanta comprensione,ma tutto ciò a quanto pare , niente è servito!!!!!!!!!!!!!
    Cristiano, son sicuro, che se ancora presente , anch’io avrei voluto colloquiare con te, ma sono giunto molto tardi, mi dispiace tanto!!!!!!!!!!!!

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  6. Mi sono dato questo nome per scherzo, per sfottere, in senso amichevole, quasi fraterno, Angioletto Martucci, perchè sin da ragazzini lo chiamavamo “il conte Dracula” per la sua passione per i films Horror e per il suo modo di vestire sempre di nero. Tutti noi, i suoi amici, abbiamo, però sempre saputo che è il Conte Dracula al contrario. Si, perchè, mentre il personaggio cinematografico incarna la personificazione del male, lui è sempre dalla parte di chi soffre, sempre pronto a dar aiuto e conforto.
    Dopo aver letto questo articolo sono andato a cercarlo per parlare con lui.
    Ci sono rimasto molto male e preoccupato, perchè l’ho trovato molto provato da questa triste vicenda. Ho provato per un solo momento a mettermi io nei suoi panni ed ho sentito un profondo senso di angoscia e turbamento. Soprattutto dopo che mi ha raccontato con il pianto agli occhi i particolari di questo fatto così brutto. Già, perchè, era in contatto con questo ragazzo da alcuni mesi e solo pochissimi suoi amici erano a conoscenza di questo fatto. Mi ha confidato che qualcuno dei suoi amici gli ha suggerito di lasciar perdere perchè era negativo parlare con uno come lui. Non lo ha fatto. Gli è stato vicino fino alla fine.
    Devo dire, però, che in tutti questi anni non lo avevo mai visto così… Ci sono rimasto ancora più male quando ad un certo punto, a testa bassa mi ha detto “questo è il più grande fallimento di tutta la mia vita”. Si riferiva al fatto di non aver potuto aiutare questo ragazzo.
    Ho voluto raccontare queste poche cose dopo aver letto i commenti e mi chiedo a che serve fare il “mea culpa” solo dopo che si sono verificati questi fatti. Mi chiedo come mai non ci accorgiamo di chi ha bisogno del nostro aiuto, eppure, anche noi a San Sosti abbiamo assitito ad episodi analoghi.
    Tre cose chiedo al Santo Natale: che il sorriso ritorni sul viso di Angioletto, che Cristiano trovi la pace che non ha conosciuto su questa terra e che non debbano verificarsi mai più episodi di questo genere in nessun posto del mondo.

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  7. “UN ALTRO SUICIDIO NELLA NAPOLI BENE”
    Questo era il titolo di un microscopico trafiletto apparso sul Mattino di Napoli del 29 dicembre 2009.
    Poche righe buttate a fondo pagina, mentre l’intero giornale dava risalto alle pubblicità dei prodotti alimentari da acquistare per il cenone di Capodanno, alle macchine ed alle vacanze da sogno.
    Pochissime parole per annunciare la tragica scomparsa di un ragazzo giovanissimo, una microscopica foto, simile a quella pubblicata in questo articolo, vicino a foto di pregiudicati di Camorra.
    Leggendo quelle poche frasi, per altro, scritte malissimo, mi ha colpito l’indifferenza dell’inumano giornalista, che meglio avrebbe fatto a non dare la notizia.
    Il pensiero ricorrente è “come si può arrivare a tanto?” A mio avviso nessuno può lontanamente immaginare cosa può passare nella mente di un ragazzo come Cristiano. E’ solo un attimo, in quei momenti non pensi a nient’altro…vuoi solo addormentarti per non svegliarti più…Mille parole non bastano a lenire il dolore dell’anima.
    Ciao Cristiano, avrei voluto solo ascoltare la tua voce anche per un solo attimo.
    Ad Angelo voglio solo dire che ha tutta la mia solidarietà ed il mio calore umano. “E’ meglio aver tentato e fallito che non aver tentato e vivere con il rimorso”.
    Sono sicura che le tue parole hanno scaldato il cuore di Cristiano più di ogni altra cosa.

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  8. La generazione di Cristiano, che è anche la mia genrazione, vive in un’epoca di falsi miti, creata dai nostri stessi genitori.
    Ci hanno insegnato che le cose più importanti della vita sono i soldi ed il potere di comando sugli altri. Questo forse perchè loro hanno vissuto un periodo dove queste cose non se le potevano permettere. La loro rivincita è vedere il peroprio figlio affermarsi e prevalere. Sono convinti che non ci manca nulla…quante volte la nostre madri ci dicono, c’chi va truvannu, taiu datu tutto e nun si mai cuntentu, ghiia tutti s’si cosi nunnaviaiu. Quanto ti dicono una cosa come questa ti devi sentire obbligato e fare quello che ti viene detto, guai a deludere le aspettative della propria madre, che il più delle volte non coincidono con le tue!!!
    Questa è la mia generazione e quella di Cristiano.
    Cristiano, non puoi immaginare quanto ti capisco!!!!!!!

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  9. Una cosa voglio comunicare ai giovani come te”Mister Dj”, ogni madre cerca di dare al proprio figlio dei validi consigli che gli potranno essere utili per il futuro, ma spesso tali consigli vengono giudicati negativi dalle giovani generazioni . La mamma viene perciò vista come una terribile nemica che vuole intromettersi nelle decisioni dei figli. Bene, allora, se la vostra psiche deve andare incontro a forme depressive, fate pure quello che vi suggerisce la vostra mente e seguitate a fare quello che volete, il tempo vi farà maturare, spesso però sarà troppo tardi per cambiare………………………

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  10. Stefano Carbone

    Mi chiedo come è possibile che non ci accorgiamo del malessere di chi ci sta accanto…o facciamo solo finta?
    Quando si verificano questi drammi, ci chiediamo com’ è possibile…siamo onesti con noi stessi?
    Sono convinto che a volte abbiamo paura di farci coinvolgere, abbiamo paura di un fallimento, ma abbiama paura di fare i conti con la nostra coscienza?

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  11. Zia Concetta

    Non ho parole per esprimere il mio dolore, anche se non conoscevo questo ragazzo, la notizia della sua tragica morte mi ha causato uno stato di profondo sgomento e di impotenza.
    Queste sono le notizie che dovrebbero farci riflettere, perchè tutti noi siamo i responsabili della sua morte. Viviamo ormai in una società dove non conta più l’ESSERE, bensì l’APPARIRE.
    La persona sensibile è considerato un debole, un perdente, destinato a soccombere di fronte all’arroganza, all’indifferenza, figlie dell’eccessivo benessere.
    Sono rimasta colpita dal commento di Vanhelsing e come lui sono preoccupata per il caro amico comune, conoscendo il suo stato d’animo molto sensibile.
    A Lara dico che i figli bisogna accettarli e sostenerli per quello che sono e non per quello che vorremmo che fossero.

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