Archivi del giorno: 30 novembre, 2008

L’Ascia di Tinisco e… il canto polifonico

L’episodio dell’Ascia Votiva potrebbe sembrare poco significativo, esso  porta invece  in rilievo l’esistenza di tante energie, come per l’appunto quella del dottor Vincenzo De Luca e dei molti che hanno plaudito alla sua azione, che con il nostro paese hanno un rapporto emotivamente intenso. Il compito di inserire tanta vitalità in un circuito relazionale virtuoso, spetta a chi svolge funzioni di rappresentanza, alle istituzioni politiche e culturali ed anche a quelle religiose (sì, anche alla Chiesa!). Per il momento tale ruolo è svolto egregiamente solo dal giornalino interattivo di un giovane poco più che ventenne, che riannoda quotidianamente gli intrecci di un interessante dialogo e coinvolge persone distanti tra loro centinaia di chilometri, legati dall’affetto che nutrono verso il loro paese. Va dato merito a Raffaele di aver capito prima di molti altri, che lo sviluppo di un territorio, grande o piccolo che sia, necessita di differenti virtuosismi, proprio come un canto a più voci, e non certo degli acuti, alcune volte stonati, di singole persone.

P. S.

Per gli amici appassionati di Storia locale, mi permetta Raffaele d’allegare un disegno dell’Ascia Votiva, tratto da: “Opuscoletti Vari ovvero Monografia di Mottafollone e Raccolta di Massime Morali per l’Arciprete Domenico Cerbelli”.

L’opera fu stampata a Napoli presso la “Stamperia all’Insegna della Sirena”, strada S. Paolo n° 7, nel 1857. L’ascia di seguito rappresentata è la riproduzione di alcuni disegni in rame e di litografie tratti a loro volta da un disegno originale di Vito Capialbi “solerte illustratore delle cose patrie”. Il brano del libro dal titolo: “Della scura italogreca di Artemisio” reca la firma Leopoldo Canonico Pagano. La dedica che appare sull’ascia è tradotta con le seguenti parole: “Sono sacra a Giunone, la quale si venera nella pianura; Tinisco mi ha dedicata secondo il rito nella decima delle lane”. L’estensore del brano motiva la scelta di tale traduzione con le seguenti parole: “… Quindi mi sembra più naturale e più verosimile, senza disapprovare le altre spiegazioni, questa, che io ho scelta in compagnia di un valoroso grecista, il signor Consigliere Lomonaco. Ci ha guidato il solo buon senso ermeneutico ed esegetico, senzacchè contraddicessimo punto alle qualità storiche e ad altre circostanze specifiche. Così la iscrizione è intelligibile all’universo e possono intenderla  anche i principianti”. Nel 1857 non mancavano, come si può intuire, vivacità e originalità intellettuale. Ma all’epoca la Cultura, nonostante si vivesse sotto lo scudiscio Borbonico, era percepita come  valore prezioso e non come inutile chincaglieria.

Francesco Capalbo