Archeologia – estratto del lavoro di tesi di laurea di S.Carbone sul territorio di San Sosti.

Di Stefano Carbone

La Sibaritide in età protostorica: esiti delle ricerche, Tesi di Laurea a.a.c.c. 2008-2009

Nell’esprimere i più sentiti ringraziamenti ai Comuni di: Trebisacce, Francavilla Marittima, Spezzano Albanese, per la gentile collaborazione, un particolare ringraziamento all’Amministrazione Comunale di San Sosti e al Sig. Sindaco, ON/le Vincenzo BRUNO, per aver accolto positivamente la mia richiesta di collaborazione all’avviamento (analisi e catalogazione dei reperti archeologici) del Museo Multimediale Archeologico del Parco Nazionale del Pollino, sito in via Vittorio Emanuele, con incarico: Giusta Delibera di Giunta del 03.07.2008, n° 39.

I ringraziamenti più sentiti e sinceri vanno al mio amico fraterno Angelo Martucci, per avermi guidato passo, passo nella stesura di questo elaborato di Laurea.

Chiusa a nord dal Monte Pollino, a sud dai monti della Sila, la piana di Sibari occupa gran parte dell’istmo di Policastro prolungandosi verso l’interno attraverso le valli fluviali del Sibari, dell’Esaro e del Crati. Il Pollino e la Sila digradano dolcemente verso il mare: ciò rende agevoli le comunicazioni con la piana metapontina e il materano. Il particolare aspetto che distingue gli insediamenti dell’età del Bronzo e del Ferro nella Sibaritide si spiega in parte con l’intensità dei rapporti tra quest’area a la cultura micenea per l’età del Bronzo e la cultura dei tumuli che contraddistingue il Materano e la Peucezia. Il tipo della sepoltura a tumulo giunge da qui fino a Francavilla, e dal Materano deriva la ceramica del tipo a tenda che si trova ad Amendolara, a Francavilla, a Torre Mordillo, a San Sosti; sono anche

Insediamenti protostorici della Sibaritide

Insediamenti protostorici della Sibaritide

 caratteristici di Francavilla e Torre Mordillo alcuni tipi singolari di bronzi come gli strumenti musicali, composti di spirali tubolari in verga sottile tenute insieme da due costole desinenti in volute: sono oggetti connessi con il rito funerario, da identificare probabilmente con gli xilofoni, che nei vasi apuli, così di frequente sembrano pendere dalle architravi dei naskoi, perché il vento ne ricavi un suono apotropaico. Questi misteriosi oggetti, presenti a Francavilla, Torre Mordillo, Cirò, sono soprattutto frequenti nelle necropoli del Materano. Queste affinità culturali, attestate per tutta l’età protostorica, sono favorite dalla continuità geografica.

I corredi delle necropoli indigene situate sull’arco di colli e propaggini degli Appennini che cinge la piana sono particolarmente ricchi di bronzi: il largo uso del metallo sembra indicare una larga disponibilità, infatti, lungo il corso del fiume Grondo, affluente dell’Esaro e del Torrente Galatro, che versa nel Grondo, esistono molti giacimenti cupriferi ed è proprio in questi territori che i micenei si spingevano alla ricerca dei metalli. Sulle propaggini della Sila Greca sono le stazioni di Rossano e Castiglione di Paludi; da Rossano provengono frammenti di ceramica ad impasto del Bronzo Recente e alcune fibule siciliane a quattro spirali; a Castiglione il sepolcreto è stato esplorato negli anni 50’ sulle pendici di un’ imponente altura che domina il corso del torrente Coseria, cinta da imponenti mura ellenistiche che però non risultano essere state interessate da un insediamento protostorico. Le tombe scavate sono una quarantina, le circostanze  e le modalità di scavo sono state insoddisfacenti. Si registra rarità di fogge metalliche ed invece maggiore è la presenza di fibule scudate e foliate, c’è scarsità di vasellame ceramico.

Comunque, dai pochi materiali pervenutici si evince che l’inizio della necropoli risale alla prima metà del IX secolo a.C., da dove provengono fibule a doppio occhietto con ardiglione dritto e disco o staffa breve.

Il secondo  periodo di Torre Galli è invece documentato dalle fibule siciliane; la necropoli continua probabilmente fino al secondo quarto dell’VIII secolo a.C., con fibule a quatto spirali, scudate o a sanguisuga con staffa media, tipiche delle necropoli locresi. È documentato il pendaglio che rappresenta due figure umane accostate, un tipo peculiare dell’ambiente calabro-siculo, che riappare a Francavilla e a Torano. Il complesso più rappresentativo della Sibaritide occidentale interno è quello di Torre Mordillo, su una collina che sovrasta il corso del Sybaris (Coscile), dove sono stati individuati e parzialmente indagati diversi luoghi di sepolture: le tombe più antiche sono quelle poste a sud- ovest, da dove proviene ceramica del Bronzo Medio e Recente di tipo miceneo o di influenza micenea come i vasi a staffa del TE IIIC, confrontabili con quelli di San Sosti, Broglio di Trebisacce e Scoglio del Tonno; l’ultima fase di frequentazione della necropoli è quella greca arcaica. Alla prima età del Ferro risale la necropoli nord-orientale che cinge l’intero fianco della collina. Da qui provengono corredi molto più articolati: una fibula con arco a losanga ornato, molto simile a una da creta, o alcuni esemplari ad arco semplice con staffa simmetrica, sono di tipo villanoviano. Tra la ceramica potrebbero risalire a quest’epoca una tazza carenata con ansa a nastro sormontata da un’appendice ormai mancante, un’olla a collo non distinto e alcuni vasi a bombarda con cordonatura sotto l’orlo, anche questa molto diffusa a San Sosti. La maggior parte dei materiali è invece databile alla metà del IX inizio dell’VIII sec. a.C.. prevale la fibula siciliana, è anche comune quella a quattro spirali; più rari sono gli esemplari a sanguisuga romboidale con disco o ad occhiali per lo più nella variante recente, con le spirali inchiodate su supporto, o anche in avorio. Tra i pendagli sono frequenti quelli a cerchi concentrici o il tipo con coppia di figurette umane. L’armamento si limita a cuspidi di lancia in bronzo o anche in ferro come quelle di Serra (San Sosti) e una sola spada in bronzo con impugnatura lunata; vi sono inoltre alcune scuri ad occhio in  bronzo e in ferro e un bel coltello del tipo a fiamma. Il rasoio è in genere rettangolare: ve n’è tuttavia un esemplare lunato che è prettamente villanoviano; vi è inoltre una serie di armille radiali a spirale, di astrazione balcanica, di saltaleoni e di anelli; molto frequenti sono le fusarole in argilla ben deputata di forma pentagonale, dalle superfici a stralucido, lisciate a stecca, un esemplare identico proviene dalla necropoli della Serra (San Sosti).

Nell’impasto prevalgono poche forme ricorrenti: la brocca con ansa al labbro, la tazza piana con ansa sopraelevata, l’askos con ansa ala labbro. Come a francavilla, Amendolara e Serra, accanto alla ceramica d’impasto, s’incontrano vasi di argilla figulina con decorazioni a tenda: le forme preferite sono: l’olla biconica, la brocca con ansa al labbro, l’askos. In questo ambiente il repertorio decorativo comune al Materano assume un aspetto peculiare con l’introduzione di motivi decorativi propri; un askos identico a quello di Torre Mordillo è stato rinvenuto a Pitecusa insieme al famoso scarabeo di Bockhoris e a ceramica di tipo protocorinzio antico: si può così stabilire un preciso terminus ad quem per la necropoli al 740-30 a.C.
L’askos del tipo Torre Mordillo non è l’unico esempio di ceramica indigena rinvenuta in ambiente coloniale: a Pitecusa e a Megara Hyblea si sono trovati frammenti di ceramica di tipo Borgo Nuovo (Japigio Geometrico); questi elementi sono preziosi per definire i rapporti tra i Greci e indigeni in Occidente, ponendo su un piano la reciprocità culturale e commerciali tra i due ambienti.
La vicina necropoli di Torre Michelicchio ha restituito alcune fibule di tipo siciliano e inoltre due esemplari a sanguisuga con staffa lunga, risalenti alla seconda età del Ferro. Più antico è invece un cinturone in bronzo, con estremità a disco desinente in un gancio, decorato con meandro, che trova confronti a Sala Consilina ed a Pontecagnano: un esemplare affine è nella necropoli villanoviana del Lago dell’Accesa. Nell’ambito della simbologia religiosa rientra probabilmente un pendaglietto in forma di doppia ascia, un esempio che trova esempio nella decorazione dei rasoi (Timmari, Terni).
Risalendo il corso del Crati, tra la Sila e la catena costiera, si incontrano gli insediamenti di Torano e Spezzano Calabro. A Torano prevalgono i tipi di VIII secolo, è singolare una grossa fibula recante, su un supporto ad arco di violino, sei elementi a quattro spirali. A Spezzano Calabro gli inizi della necropoli si rifanno al protovillanoviano, come si vede da una fibula ad arco semplice con noduli a staffa simmetrica. Al IX secolo risale la fibula ad ardiglione mobile con arco trapezoidale e staffa breve, diffusa soprattutto in Calabria e in Puglia, ma con precedenti in Sicilia. Al Pre-ellenico II si riconduce la fibuletta a quattro spirali.
Anche il quadro insediativo nell’alta valle dell’Esaro nell’età del Ferro e del Bronzo è caratterizzato dall’affinità culturale con i grandi abitati della costa ionica: la ceramica finora rinvenuta a San Sosti trova confronti specifici con Torre Mordillo e soprattutto con Francavilla; dal territorio di Mottafollone provengono alcune fibule siciliane risalenti al primo quarto dell’VIII secolo a.C. confrontabili con quelle di Torre Mordillo e Castiglione di Paludi. Dal territorio di Mottafollone proviene un’urna cineraria, purtroppo decontestualizzata, piuttosto insolita per questo tipo di sepoltura, si tratta di una grossa olla a corpo globulare e coperchio costituito da una scodellone monoansato, databile tra il IX-VIII sec. a.C.

Stefano Carbone

6 risposte a “Archeologia – estratto del lavoro di tesi di laurea di S.Carbone sul territorio di San Sosti.

  1. ANONIMOAILAVORIFORZATI

    QUANTI GIOVANI STUDIOSI NELL’AMBITO DELL’ARCHEOLOGIA? NON SOLO, PERSINO UNA RIVISTA SPECIALIZZATA CON SEDE A SAN SOSTI, DI CUI UN COLLABORATORE, NOVELLO BRONZO DI RIACE, ATTIRA SU DI SE E, QUINDI, SULLA STESSA RIVISTA L’ATTENZIONE DI UNO STUOLO DI FANS. EPPURE NON MI SEMBRA CHE IL SETTORE DEI BENI CULTURALI RIVESTI UNA PRIORITA’ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. PER QUESTE LA PRIORITA’ SONO I LAVORI PUBBLICI, LE OPERE INUTILI ECC. PER CUI MI CHIEDO E VI CHIEDO DOTTORI, ANZICHE’ RACCONTARE LE STORIE SUI LUOGHI, SUI CONFINI DI QUELLA CHE ERA LA SIBARITIDE ECC. PERCHE’ NON FATE VALERE I DIRITTI PER UN SETTORE CHE NON VIENE PRESO IN NESSUNISSIMA CONSIDERAZIONE. IN PRECEDENZA HO DETTO E LO RIBADISCO I MOSAICI DI LARDERIA CHE SI TROVANO ALL’ACQUA ED AL VENTO IN ALTRE PARTI DEL MONDO SAREBBERO PROTETTI CON TANTO DI TECA, DI ALLARMI, DI SONDE PER LA TEMPERATURA ED OGNI ALTRO ELEMENTO DELLA CONSERVAZIONE CHE VOI DOTTORI CONOSCETE ED INVECE GIACCIONO LI’. E POI VOGLIAMO L’ASCIA? NON SAREBBE STATO MEGLIO CHE QUEI MOSAICI LI POSSEDESSE IL BRITISH? DOTTORE CARBONE SE LEI SI TROVASSE A LONDRA IL SUO LAVORO VERREBBE PAGATO PROFUMATAMENTE. IN ITALIA NON OSO CHIEDERMI LA GAVETTA CHE DEVE FARE E LE PORTE A CUI DEVE BUSSARE! IN ITALIA LA RICERCA IN GENERALE VIENE MESSA SOTTO I PIEDI, IL RICERCATORE FA LA FAME; NEGLI ALTRI PAESI, LA RICERCA VIENE FINANZIATA COME UN ELEMENTO VITALE PER IL FUTURO. QUESTI SUOI STUDI ALTROVE SAREBBERO STATI APPREZZATI CON UN RICONOSCIMENTO ECONOMICO, IN ITALIA E A SAN SOSTI C’E’ STATA SOLO UNA DELIBERA DI GIUNTA POI QUALCUNO HA FINANZIATO LA SUA RICERCA? E MI CREDA DOTTORE NON SI VIVE DI SOLA ARIA. SIBARI UN TEMPO ERA UNA CITTA’ IMPORTANTISSIMA COME LO ERA CROTONE: GLI UOMINI DI QUEI TEMPI FACEVANO DELLA CULTURA UN ELEMENTO DI TRAINO DELL’ECONOMIA, BASTI VEDERE ADESSO COME QUESTE CITTA’ SI SONO RIDOTTE E BASTA VISITARE I LORO MUSEI PER RENDERSI CONTO DELLA SOTTOCULTURA CHE VI REGNA SOVRANA.

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  2. TUTTI FANS DI ANTONIO

    Anonimo, lo puoi dire forte, Antonio è un Bronzo di Riace! Anche l’occhio voule la sua parte. Anche il Dott. Carbone…
    Noi pensiamo che il Dott. Martucci abbia fatto centro, ragazzi giovani e perchè no? anche molto carini. E’ riuscito ad attirare la nostra attenzione che dell’archeologia e della storia nn importava un benemerito. Che ci creidate o no a scuola studiamo la storia con più interesse, specialmente quella ci riguarda più da vicino.

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  3. Dott. Carbone, lei ha fatto in lavoro magistrale, mi complimento con lei con tutto il cuore, persone come lei tengono alto il nome della nostra Calabria. Ancora una volta mi voglio complimentare con Angelo perchè ha creato un gruppo di giovani che parla solo ed esclusivamente di cultura, senza accettare provocazioni, senza scendere nel merito a questioni di diverso genere.
    Sono prtroppo d’accordo con ANONIMO…
    Al Dott. Carbone dico: se il lavoro che lei ha fatto e continua a fare per San Sosti l’avesse fatto per il comune dovo soggiorno io in questo momento, quanto meno le avrebbero fatto un pubblico encomio…e non voglio sbilanciarmi.
    Ad Angelo dico: di queste bellissime iniziative che state portando avanti, ai cari Amministratori, vecchi e nuovi, non frega niente, anzi, se non ci siete per loro è meglio, a loro interessano solo i lavori pubblici, il personale, tenere buono l’elettorato, punire chi non li ha votati, favorire gli amici ecc. ecc.
    Il vostro dvd, lo ripeto ancora una volta, è meraviglioso, a parer mio è un biglietto da visita per il comune, perchè non esiste nulla di simile a San Sosti. Eppure nessuno degli amministratori ha speso una sola parola in merito e sono convinta che nessuno di loro lo ha comprato, questa è la riprova di quanta stima hanno di voi e di San Sosti. E pure questa è la promozione turistica che sbandierano durante le campagne elettorali. BUGIARDI! All’Assessore Sirimarco chiedo: cosa stai facendo nel campo della cultura? Sai dov’è la porta del Museo? Ogni tanto ti consiglio di andarci, magari hai da imparare qualcosa. Non ti fa riflettere il fatto che un ragazzo di Crotone è un collaboratore, indirettamente anche dell’Amministrazione di cui fai parte, che fa il lavoro che dovresti fare tu, cioè, la promozione del territorio?
    Dico queste cose perchè non ho ancora letto un intervento dell’Assessore Sirimarco su questo giornale o forse lo snoba? Non mi è stata riferita nessuna sua iniziativa culturale. Come mai? Eppure i collaboratori non mancano, se solo ti togliessi i paraocchi che ti hanno messo. Con quale coraggio ti presenterai la prossima volta a chiedere i voti?
    Ai FANS DI ANTONIO: ho epresso il mio voto.

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  4. Joackin Winkelman affermava che “il bello è sinonimo di buono”, il Dott. Martucci ha seguito alla lettera questa teoria. Più che una rivista di archeologia sembra una rivista di fotomodelli.
    Al di là di tutto questo, la cosa straordinariamente importante è il risultato e da quello che si legge sul giornale interattivo, sembra molto soddisfacente.
    Vorrei sapere se l’assessore alla cultura si è reso conto delle potenzialità che potrebbe avere a disposizione: i ragazzi del museo, il gruppo folk e le altre associazioni culturali.
    Al dott. Carbone faccio i miei complimenti “doppi” per l’articolo e per la sua bellezza, perchè nasconderlo? Ho apprezzato tantissimo il FANS CLUB di ANTONIO per la schiettezza e la sincerità.

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  5. Angelo Martucci

    Era Nietzsche, nella “Teoria del Super uomo” che affermava il concetto del “Bello sinonimo di Buono”. Comunque, la mia forma mentis mi porta a guardare oltre certi aspetti transitori e fugaci della condizione umana. Mi interessano principalmente le MENTI brillanti e lungimiranti, a tal proposito posso essere fiero di essere circondato da persone che hanno quete caratteristiche.
    E poi, cosa chiedere di più? Anche il Museo di San Sosti ha i suoi Bronzi!

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  6. Un pessimista

    Dottore Carbone, ho letto con grande interesse il suo articolo, perchè sono appassionato di archeologia e storia. Ha fatto un lavoro grandioso, lei è una persona molto preparata e scrive benissimo. Le devo dire, però che sono d’accordo con ANONIMO quanto dice che della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale non frega niente a nessuno, non solo a San Sosti, che ha la maglia nera in questo settore, ma in tutta la Calabria. Poco tempo fa sono capitato dalle sue parti, a Caulonia e avrei voluto visitare l’area archeologica. Ho chiesto a dei signori informazioni e lo sa come mi hanno risposto dopo avermi chiesto da dove provenivo? ” E da Cosenza vieni qua per vedere delle pietre vecchie?” Dopo tante peripezie sono riuscito a trovare il sito, non le dico in che condizioni era, lei sicuramente lo sa meglio di me. Allora mi chiedo: a che serve che i nostri figli vanno a studiare se poi chi ci governa sono sempre gli stessi ignoranti, affaristi, buggiardi? E potrei continuare all’infinito. Ogni settore della pubblica amministrazione dovrebbe essere ricoperto da persone qualificate. Penso, ad esempio, che se uno come lei venisse eletto assessore regionale alla cultura queste cose non le permetterebbe e così in tutti gli altri settori.

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