Considerazioni di un medico di Pronto Soccorso

Di Rosignuolo Giovanni

*Pubblicato sulla Gazzetta del Sud del 29 febbraio a pag 35

Sono un medico che ha operato per trentadue anni nella emergenza ospedaliera vivendo in prima persona tutti i mali che affliggono questo comparto. Provo tanto sconcerto nel constatare il clamore con cui i media stanno rilevando, solo ora, lo stato di degrado dei D.E.A., fingendo di ignorare che le criticità di questo settore, non sono sorte con l’episodio dell’Umberto Primo, ma sono iniziate da oltre un decennio. Per molti anni, come Responsabile di Pronto Soccorso, ho segnalato ai miei referenti le criticità della mia struttura, raffigurando la problematica nella sua complessità ed individuando le relative cause. Rimango, altresì, perplesso nel constatare come i mezzi d’informazione, additando la politica quale unico responsabile del degrado dell’emergenza sanitaria, omettano di stigmatizzare la corresponsabilità di altre realtà che operano a valle della stessa politica. Mi riferisco a tutte le strutture sanitarie periferiche che per nulla svolgono una funzione di filtro, “scaricando”, mi si lasci passare questa brutta parola, il paziente in Pronto Soccorso anche per patologie curabili a domicilio. Mi riferisco, almeno per quanto riguarda la realtà calabrese, a quegli ospedali periferici che, male interpretando la normativa regionale che ha individuato in alcune strutture di Pronto Soccorso la funzione di Spoke, si sono defilati completamente dalla rete dell’emergenza evitando di trattare anche i casi più lievi che finiscono, in via alternativa, al Pronto Soccorso, aggravandone l’intasamento. Mi riferisco a quelle realtà, metaforicamente definite in Tv di secondo piano e che io identifico nelle Direzioni Sanitarie, che non formulano dei protocolli interni condivisi, per togliere alla discrezionalità dei reparti il giudizio sull’appropriatezza del ricovero con grave ostacolo al deflusso dei pazienti dall’Emergenza. Mi riferisco, infine, alla cultura imperante che pone il Pronto Soccorso in una posizione di secondo piano, generando scarsa gratificazione ed a volte anche demotivazione nel personale che vi opera. Se si riuscirà a dipanare questi problemi e la politica, che rimane un imputato di primo piano, farà la sua parte destinando con oculatezza le risorse, si creeranno i presupposti per un’efficiente funzionalità dell’Emergenza Ospedaliera che, non dimentichiamolo, è la struttura portante dell’intera Sanità.

Giovanni Rosignuolo

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...